Gennaro Serio vince il Premio Italo Calvino

Con il romanzo L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI
 
Gennaro Serio è il vincitore della XXXII edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI. Una prima menzione speciale della Giuria va a Cristina Gregorin, per il romanzo L’ultima testimone, e una seconda a Daniela Gambaro, per la raccolta di racconti Dieci storie quasi vere. La “menzione speciale Treccani” è stata attribuita a Sergio La Chiusa per il romanzo I Pellicani
Il romanzo vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati martedì 28 maggio al Circolo dei lettori di Torino dai giurati Peppe FioreGiuseppe LupoRossella MiloneDavide Orecchio e Sandra Petrignani.
 
La Giuria ha deciso di assegnare il Premio a L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI di Gennaro Serio «per il coraggioso esperimento metaletterario condotto nel testo con lingua poliedrica, sulla scia dei modelli cosmopoliti di Vila-Matas e Bolaño. Un giallo sofisticato dal gusto ironico e parodistico che vede i protagonisti in viaggio per l’Europa dei luoghi di culto della scrittura terminando nella Gibilterra dell’immortale Molly Bloom.»
 
Queste, invece, le motivazioni delle due menzioni speciali della Giuria:
 
L’ultima testimone di Cristina Gregorin, «per la capacità di affrontare in modo obiettivo ed empatico la scabrosa pagina della storia italiana che ha per protagoniste Trieste e l’Istria fra guerra e dopoguerra tra conflitti etnici e politici in un complesso quadro internazionale. L’agire ambiguo dei personaggi gioca a favore della trama e della suspense ponendo in risalto il tema della moralità dell’azione.»
 
Dieci storie quasi veredi Daniela Gambaro, «una raccolta di racconti che ha come filo rosso il femminile nei suoi aspetti di oscurità, di mancanza, di desiderio, particolarmente incentrata sul tema della maternità variamente declinato e delineato. Punto di forza del testo una scrittura consapevole, attenta al dettaglio e rivelativa di un buon controllo sui meccanismi emotivi e narrativi.»
 
La motivazione della “menzione speciale Treccani” a Sergio La Chiusa per I Pellicani è la seguente:
 
«I Pellicani accoglie all’interno di un testo agile e compatto e per mezzo di una scrittura piana e puntuale in perenne equilibrio tra analisi e ironia, gli stilemi del contemporaneo e li fa suoi in maniera assolutamente originale. La lingua avvolge con sapienza una dinamica post metropolitana, in cui solitudine, angoscia e tensione divengono i colori esatti di una scrittura consapevole che agendo in levare delinea i contorni di un’emotività singolare e al tempo stesso plurale.»
 
Durante la cerimonia, infine, è stata assegnata a Sildenepro il fantasista ribelle di Roberto Peretto la “menzione speciale del Direttivo” (composto da Franca CavagnoliAnna ChiarloniMario MarchettiLaura MolleaCarla Sacchi Ferrero). L’opera è stata scelta, tra tutti i manoscritti partecipanti al bando, per il suo particolare valore sotto il profilo sperimentale.
 
Gennaro Serio è nato nel 1989 a Napoli, e qui si è laureato in Scienze Politiche. A Roma, dove vive, ha frequentato un master in giornalismo. Attualmente collabora con il Venerdì di Repubblica, occupandosi di letteratura contemporanea. Ha scritto di libri anche per D la Repubblica e per Il manifesto. A partire da settembre svolgerà uno stage presso la redazione di Alias.
 
Cristina Gregorin, triestina del 1964, vive a Venezia dove opera come guida turistica. Laureata con Claudio Magris, è dottore di ricerca in Letteratura tedesca. Ha collaborato con l’Unesco e col Consiglio d’Europa nel campo dei patrimoni culturali veneziano e bosniaco. È stata segnalata alla XXX edizione del Premio Calvino per il romanzo storico Almanacco veneziano.
Daniela Gambaro è originaria di Adria (1976). Dopo aver conseguito la laurea in Scienza della Comunicazione a Padova, si è diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, città in cui vive e dove svolge attività di sceneggiatrice cinematografica. Si è presentata al Premio con una raccolta di racconti e non ha pubblicazioni
precedenti.
 
Sergio La Chiusa è nato a Cerda (PD) nel 1968 e vive e lavora a Milano. Ha pubblicato nel 2005 due libri di poesia, I sepolti (LietoColle; finalista al Premio Montano 2006) e Il superfluo (e-book, Cepollaro). Sue composizioni, prose ed estratti di romanzi sono apparsi su varie riviste cartacee e blog letterari, tra cui NazioneIndiana, Le parole e le cose, Il primo amore, L’Ulisse.
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