Bertola: "Così il Piemonte cambia passo”

Di Romana Allegra Monti
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“Reddito energetico, riforma dei centri per l’impiego e sistema unico di prenotazioni sanitarie”  A tu per tu con il candidato del M5S, che affronta con noi i temi centrali per il territorio: sanità, ambiente, lavoro e non solo
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Partiamo dalla sanità: quale direzione seguirebbe Giorgio Bertola se fosse eletto Presidente, dunque anche autorità sanitaria regionale?
L’azzeramento delle liste d’attesa, grazie al piano nazionale della ministra Grillo che prevede investimenti e sanzioni per chi non rispetta i tempi previsti, ma anche il sistema unico di prenotazioni con una telefonata, un sms, un click. Più risorse pubbliche e meno private per i nuovi presidi ospedalieri che devono esser costruiti dalla Regione.
A questo proposito, che posizione ha rispetto la querelle relativa alla Città della Salute e al Regina Margherita?
Pensiamo che il Parco della Salute sia un’opera utile, ma anche che debbano essere mantenuti i posti letto, le specificità del CTO e del polo materno infantile. Noi chiediamo una sezione dedicata a questo e che i posti letto siano quelli programmati dalla Dgr 1600, quindi 1821 posti letto e non quelli previsti dalla giunta Chiamparino, che sono 1490 in totale. Per questo la nostra proposta prevede di aumentare il partneriato pubblico. A seguito di una interrogazione parlamentare della deputata D’arrando e della ministra Grillo, il ministero ha deciso di avviare la richiesta di dibattito pubblico previsto dal nuovo codice degli appalti: questo per ascoltare le persone che ci lavorano e le famiglie e migliorare il progetto.
Quali sarebbero le sue linee d’intervento per quanto riguarda il lavoro?
Ne abbiamo diverse: riforma dei centri per l’impiego legata al reddito di cittadinanza, il sostegno al made in Piemonte e all’innovazione per accompagnare sul locale ciò che sta avvenendo sul nazionale, dove è stato approvato un fondo da più di un miliardo di euro a sostegno delle startup innovative, che permette alle piccole e medie imprese di avere un voucher di 40 mila euro per l’assunzione di un manager per l’innovazione.
Startup e giovani sono un binomio imprescindibile. Si parlava proprio di giovani nel programma della sindaca (2016), che prevedeva la costituzione di un fondo di 5 milioni per inserire i giovani nelle imprese…
Sì, Torino sta continuando su questa linea. Circa tre settimane fa è venuto il ministro Di Maio a Torino per comunicare anche i finanziamenti per la Casa delle tecnologie emergenti, un laboratorio per le startup a Torino. Questo per riuscire a far crescere le idee di alcuni ragazzi che, spesso, non trovando sostegno si stufano e vanno all’estero: così perdiamo i giovani, le idee e la loro realizzazione. Questo sostegno si allinea al decreto firmato da Di Maio sull’area di crisi complessa per Torino e il resto del territorio, che porta investimenti nei settori strategici: l’automotive, l’aerospaziale e l’ICT. L’innovazione rende sostenibile il lavoro e l’ambiente: la filiera del riciclo non è solo ecologica, ma crea anche posti di lavoro, grazie ai fondi europei.
La questione ambientale a Torino è un punto dolente sia per l’inquinamento, sia per i conseguenti blocchi auto e Ztl. Si cerca di disincentivare l’uso dell’auto, ma al tempo stesso le alternative non sono così efficienti: mezzi problematici, ritardi, mancanza di ciclabili collegate a certe zone della città. Un problema ambientale ma anche di vivibilità, cosa suggerisce?
Ci vuole una visione a lungo termine e so benissimo che le soluzioni impopolari non piacciono ai politici che pensano alla prossima campagna elettorale. L’altro aspetto è che la visione va poi condivisa su tutti i livelli: se il nazionale e il locale condividono gli stessi obiettivi, le politiche possono esser portate avanti. Bisogna essere coerenti però: ho visto con i miei occhi esponenti del PD manifestare nel nome di Greta e due giorni dopo farlo contro le misure ambientali della giunta Appendino, si mettessero d’accordo con il loro cervello. Noi proponiamo un “welfare ambientale”: il reddito energetico già attuato in Sardegna e a Milano, che prevede la concessione di pannelli fotovoltaici alle famiglie a basso reddito. Inoltre grazie a noi esiste l’esezione per cinque anni dal pagamento del bollo per le auto ibride per farlo sommare all’incentivo nazionale. Non condivido tutte le critiche alla nuova Ztl: a Torino son 2 km quadrati, a Milano è dieci volte eppure è stato lodato come modello d’innovazione dagli stessi che criticano Torino.
Diciamocelo: la Metro sarebbe un’ottima soluzione. Siete giunti a un percorso condiviso per le altre linee?
È una questione di lungimiranza anche questa. Sono richieste misure emergenziali perché son stati fatti esposti ma anche perché siamo sotto sanzioni comunitarie. Si è trovata una quadra. Personalmente condivido l’ipotesi fatta dal Comune di farla partire dall’autoporto pescarito. Nel frattempo vanno potenziate le linee fuori terra: a giugno arriveranno 74 mezzi nuovi meno inquinanti, che sostituiranno quelli inefficienti. Il problema è che non sono stati fatti finora investimenti, un po’ come una famiglia che non ha i soldi per l’auto nuova ma spende ogni mese 400 euro per sistemare quella vecchia. E lo dico da fruitore dei mezzi pubblici.
Cultura: siete soddisfatti dell’offerta torinese? Giovara ha proposto di candidare la città a capitale europea della cultura per il 2033, è d’accordo?
Sì, assolutamente. Per la cultura guardiamo a un sistema aperto, diverso da quello dei salotti torinesi di cui l’assessora Parigi è espressione…
Si riferisce al cosiddetto “sistema Torino”?
Non esiste solo Torino e i finanziamenti non possono essere concessi sempre e solo ai soliti quattro o cinque. Anche qui deve esserci uno sguardo all’imprenditoria giovanile nel campo culturale.
Come giudica l’operato dell’attuale Presidente della Regione?
Il giudizio è negativo. Oggi abbiamo un Irpef ai massimi livelli, il bollo auto aumentato e alcuni ospedali sono stati chiusi. La tanto criticata ricetta del centrodestra alla fine è stata attuata dal centrosinistra facendo passare tutti i tagli come provvedimenti di giunta e non come Consiglio regionale, esautorato dalla sua prerogativa di esser parte attiva nella programmazione sanitaria. Si è andati proseguendo sulla stessa linea che ha tolto credibilità alla politica piemontese: lo scandalo rimborsopoli ha riguardato sia centro destra che centro sinistra, così come lo scandalo firme false e lo scandalo Finpiemonte con l’ex presidente Gatti e altre sette indagati. Una persona che i giornali definivano “ fiore all’occhiello del PD manageriale”: il giudizio giuridico lo lascio alla magistratura, ma quello politico è che, mentre Chiamparino diceva che Finpiemonte doveva diventare una banca, sparivano 11 milioni dei cittadini e non vi era un sistema di controlli adeguato: questo è gravissimo. Per non parlare del Tav con cui Chiamparino si riempie la bocca pur non essendo una sua competenza, mentre l’unico di cui poteva e doveva occuparsi è quello del grattcielo della Regione e non è ancora finito.
Bertola Presidente come si porrebbe sulla questione Tav?
La posizione è chiara: siamo contrari. si tratta di un’opera inutile e dannosa: questo è stato certificato anche dall’analisi costi-benefici prevista da un contratto di governo firmato anche dalla Lega. Secondo noi va fermata, ma prenderei in giro gli elettori se dicessi che un Presidente può fermare o far partire la Tav come fa Cirio, perché è un’opera che si basa su leggi nazionali e accordi internazionali. Chiamparino la sta usando per riportarsi al centro della contesa politica essendo in difficoltà, ma anche per nascondere i fallimenti suoi e del centrodestra: è importante che i cittadini non si lascino confondere, il 26 maggio non sarà un referendum sulla linea Tav ma l’elezione di un Presidente e 50 consiglieri che si occupino dei loro problemi. Sto girando tutto il Piemonte e non ho ancora trovato una persona che mi abbia detto che è il suo problema è la Tav: noi dobbiamo affrontare i problemi reali di tutte le persone sul territorio.
Come risponde alle critiche mosse alla sindaca in merito alle nomine giuridicamente consone, ma politicamente poco trasparenti di vertici come Smat, Gtt, Iren?
Il mio giudizio sulla sua giunta è positivo nel complesso, perchè so bene che situazione hanno preso in mano in termini di bilancio. Per quanto riguarda le nomine non ho appunti da fare: sono state tutte consone alle norme vigenti, sono scelte politiche legittime che ha fatto l’amministrazione.
Chiamparino si è già espresso. Lei cosa pensa delle recenti polemiche su Altaforte al Salone del Libro?
L’antifascismo è alla base della cultura del Movimento e della mia, però si fa con atti politici, non rinunciando a partecipare a un evento culturale importante come il Salone.

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