Zooprofilattico e Banco Alimentare contro lo spreco

L’Istituto Zooprofilattico dice basta allo smaltimento come rifiuti di alimenti controllati

e risultati idonei al consumo umano. Siglato l’accordo con il Banco Alimentare:

dopo le analisi, le confezioni intatte saranno devolute per i pasti di beneficenza

 

L’Istituto Zooprofilattico e il Banco alimentare del Piemonte hanno siglato un accordo per il riutilizzo delle porzioni di campioni di alimento integre e sane che giacciono nei laboratori dopo l’esecuzione delle analisi. Ogni campione ufficiale prelevato nelle imprese alimentari, nei punti vendita o nei locali di ristorazione, è costituito da tre o quattro confezioni gemelle che vengono consegnate al laboratorio di via Bologna. In caso di risultati che indicano la presenza di qualche pericolo per il consumatore, si possono ripetere le analisi di laboratorio sui campioni gemelli, da parte del medesimo laboratorio, di un laboratorio terzo o da parte di un laboratorio individuato dall’impresa stessa. Quando, invece, dalla prima analisi si ottengono risultati soddisfacenti, i campioni gemelli non vengono utilizzati ma eliminati come rifiuti speciali. L’accordo siglato prevede che i cosiddetti campioni gemelli vengano consegnati al Banco Alimentare del Piemonte che, con personale e mezzi idonei lo distribuirà alle associazioni caritative del territorio piemontese. “Ogni giorno il nostro laboratorio di Torino analizza oltre 50 campioni di alimenti di varia natura: per ognuno dei quali sono necessarie tre o quattro confezioni dello stesso alimento, così come prevede la legge. Nel caso sulla prima confezione si riscontrino delle irregolarità, vengono ripetute le analisi utilizzando le altre; in caso contrario le confezioni rimanenti non vengono più esaminate rimanendo inutilizzate “spiega Lucia Decastelli responsabile del Laboratorio Controllo Alimenti. La Direttrice dell’Istituto Maria Caramelli si dice soddisfatta dell’iniziativa che ridà valore ai prodotti che, altrimenti, andrebbero distrutti ed inutilizzati: “Il vantaggio di questo accordo è duplice: destiniamo le eccedenze di cibo alle realtà caritative e riduciamo l’impatto ambientale, diminuendo la produzione di rifiuti grazie al recupero di prodotti ancora integri che, altrimenti, andrebbero eliminati come rifiuti speciali”. Soddisfatto anche il presidente del Banco Alimentare del Piemonte, Salvatore Collarino“Un accordo importante che dice del senso di responsabilità dell’Istituto sui temi della solidarietà e dell’ambiente, per noi una collaborazione preziosa vista l’indubbia autorevolezza e competenza dell’Istituto”. Secondo le stime fatte dall’Istituto Zooprofilattico, circa 9 quintali di prodotti alimentari saranno recuperate ogni anno in questo circuito di redistribuzione sociale. La maggior parte degli alimenti che potrà essere recuperata è rappresentata da alimenti confezionati come prodotti da forno, farine o snack, seguiti da prodotti refrigerati (come carne e formaggi), bevande, prodotti congelati e non mancheranno anche i prodotti per la prima infanzia.

CATEGORIA ALIMENTI %
Prodotti da forno, farine e snack 60%
Prodotti refrigerati 20%
Bibite e bevande 7%
Prodotti congelati 5%
Alimenti in scatola 5%
Olio, alimenti infanzia 3%

 

La nuova legge

In Italia, è stata da poco emanata la legge n.166 del 19 agosto 2016 (legge Gadda): questa normativa è orientata alla riduzione degli sprechi in ogni fase della filiera alimentare. Essa intende favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari e promuovere la riduzione della produzione di rifiuti e delle pratiche di riuso e di riciclo che consentono di allungare il ciclo di vita dei prodotti.

La legge 166/2016 regolamenta la cessione gratuita di prodotti alimentari, a fini di solidarietà sociale: gli operatori del settore alimentare o altri Enti ed Istituzioni possono finalmente cedere gratuitamente, e senza imbattersi in lunghe procedure burocratiche o amministrative, le eccedenze a finalità sociali.

Chi riceve questi alimenti deve destinare a titolo gratuito le eccedenze ricevute e idonee al consumo umano a favore di persone indigenti: tali attività di cessione devono avvenire nel rispetto delle norme in materia di igiene e di sicurezza alimentare.

I progetti dell’Istituto Zooprofilattico contro lo spreco

L’accordo con il Banco Alimentare del Piemonte non è il primo passo che l’Istituto fa nella lotta allo spreco alimentare: le sue precedenti iniziative sono state, infatti, rivolte ai bambini e ai ragazzi per insegnare loro a non sprecare il cibo e a conservare correttamente gli alimenti.

CIBOSALVANDO è un gioco da tavolo con finalità educative, pensato per i bambini delle scuole elementari e medie. Scopo del gioco è quello di utilizzare senza spreco gli ingredienti a propria disposizione o scartati dagli avversari, completando così il maggior numero di ricette e raggiungendo per primi il traguardo.

SAVE THE FOOD è una app-gioco multipiattaforma per smartphone e tablet che viene distribuita nei negozi online “Apple Store” e “Play Store”. L’app-gioco insegna agli utenti a posizionare correttamente il cibo nel frigorifero, primo passo per una corretta conservazione e conseguente riduzione dello spreco alimentare. L’app si configura come l’interno di un frigorifero (inizialmente vuoto) in cui sono presenti 5 ripiani che dovranno contenere gli alimenti correttamente posizionati dall’utente.

L’Istituto Zooprofilattico ha anche altro in mente: lo scorso mese di maggio ha richiesto al Ministero della Salute un finanziamento per sostenere la lotta allo spreco alimentare attraverso due azioni:

– fornire una base scientifica, supportata da analisi di laboratorio e da studi sulla probabilità (microbiologia predittiva) per definire le reali tempistiche di consumo/utilizzo delle principali tipologie di alimenti e per definire quali prodotti possono essere consumati anche dopo il superamento della data del “consumare preferibilmente entro” e soprattutto per ancora quanto tempo.

– promuovere una campagna di informazione/educazione rivolta agli operatori del settore alimentare, alle catene della Grande Distribuzione, alle organizzazioni caritative e soprattutto anche ai consumatori, sul corretto significato delle indicazioni fornite dall’etichetta e sul consumo di alimenti superato le date

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