Violenza, 280 uomini e tutti da rieducare

L’assessora regionale ai Diritti Civili, Monica Cerutti, durante il convegno ‘Interventi per gli autori di violenza’ tenutosi a Palazzo Lascaris, ha annunciato la firma di un protocollo che rafforzerà l’azione degli operatori e delle operatrici

Uomini che odiano le donne: la regione li vuole recuperare. Sono 280 in Piemonte quelli presi in carico dagli operatori che si occupano del fenomeno. Qualche mese fa, era stata creata una task force per rieducare gli autori di violenza,e ora  c’è da correggere il tiro: ci sono metodi da condividere e risultati da misurare. Così l’assessora regionale ai Diritti Civili, Monica Cerutti, durante il convegno ‘Interventi per gli autori di violenza’ tenutosi a Palazzo Lascaris, ha annunciato la firma di un protocollo che rafforzerà l’azione degli operatori e delle operatrici, in collegamento con i Centri Antiviolenza e le istituzioni carcerarie, per consolidare il sistema e renderlo più efficace, così come previsto dalla legge regionale 4/2016 pensata proprio per prevenire e contrastare alla violenza di genere. Fino a oggi sul territorio sono stati coinvolti in programmi di rieducazione alcune centinaia di persone. Nel carcere di Torino sono 60 i detenuti  con condanna definitiva a sfondo sessuale che beneficiano di un programma ad hoc. Nel carcere di Vercelli sono ben 45. A Biella sono 15. Fuori dal carcere, invece, le otto associazioni che compongono la task force (Cerchio degli uomini, Consorzio socio-assistenziale cuneese,Spam – Paviol, Consorzio socio-assistenziale Ossola, Medea,Gruppo Abele, Elios Coop e Punto a capo),  hanno oggi in carico circa 162 persone. Di queste, sette su dieci sono italiane. E in 7 casi su dieci si tratta di mariti o conviventi delle vittime. “L’obiettivo è uno: cercare di rendere questi uomini non più un pericolo per le donne che hanno maltrattato. Quando escono dal carcere, spesso, vanno a cercare di nuovo le proprievittime. – racconta Cerutti – E quando sono a piede libero diventano stalker, minacciano, o in qualche modo si accaniscono, nei modi più violenti, contro le compagne che li hanno lasciati. Noi vogliamo cercare di impedire che continuino su questa strada. Vogliamo che le donne possano sentirsi più sicure”. Proseguono anche progetti innovativi come l’allontanamento degli uomini dalla casa che condividono con la compagna. A Verbania, il  Consorzio socio-assistenziale Ossola ha una convenzione con la parrocchia e mette a disposizione, di un uomo allontanato dalla propria famiglia, un posto letto in emergenza temporanea. “Ci piacerebbe estendere questa esperienza a tutto il Piemonte – afferma l’assessora – Il problema principale sono le risorse. Servirebbe un sostegno  dal dipartimento pari opportunità per predisporre risorse specifiche  a favore di quegli operatori che affrontano questo tipo di rieducazione”.

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“Condizioni inaccettabili degli infermieri nel carcere di Vercelli”

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