Vandali danneggiano il pullmino della squadra di Rugby dei migranti

pullminoIgnoti vandali hanno reso praticamente inutilizzabile il pullmino de “Le Tre Rose”, società casalese di rugby. Il sodalizio che da un anno ha avviato un successo l’esperimento di una squadra interraziale, composta per la maggior parte di migranti e richiedenti asilo provenienti da Paesi africani, è stata recentemente oggetto dell’attenzione del portale “World Rugby”, vetrina internazionale di questo sport, oltre ad aver avuto diverse attestazioni di stima dalle più alte autorità sportive, a partire dal Coni e dalla Federazione italiana rugby. Qualche giorno fa c’è stato l’ennesimo vetro rotto del veicolo, nonché l’asportazione della leva delle frecce. A dicembre c’era già stato un altro episodio nel quale era stato rotto il vetro della porta scorrevole e bruciacchiati dei documenti. E dal mezzo non era asportato niente: un episodio di teppismo puro e semplice, ma quanto fine a sé stesso. “Si fa qualcosa di buono, si avvia allo sport dei giovani e dei giovanissimi anche per il grande lavoro che viene fatto con le scuole del Casalese” spiega il presidente Paolo rugby tre rosePensa che nei prossimi giorni formalizzerà una denuncia contro ignoti per danneggiamenti, dopo che in seguito all’episodio di dicembre c’era stato già un sopralluogo dei carabinieri di Casale sul luogo dove è avvenuto il gesto. E aggiunge un altro elemento: “Quando ci allenavamo nella frazione Roncaglia di Casale, il mezzo si è trovato per quattro o cinque volte con le gomme molli, quasi a terra, Allo stato non ci avevamo fatto caso, ma adesso qualche collegamento lo si potrebbe fare”. Le Tre Rose era già stato al centro di un atto vandalico la passata estate, ma le forze dell’ordine avevano individuato l’autore grazie al fatto di essere state allertate da alcuni residenti vicino al campo che, nelle prime ore del mattino, avevano sentito il rumore dei vetri infranti e di conseguenza avevano chiamato il numero di pronto intervento, e al riconoscimento fatto dell’autore da parte di alcuni cittadini. Ma questa è tutta un’altra storia.

Massimo Iaretti

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