Un radicale nel Pd


STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Ecco qua che rispunta Silvio Viale. L’avevo incontrato un mesetto fa per le mie interviste, in piazza Palazzo di Città.  Poi finiamo la chiacchierata al gruppo del Pd. Non è più  consigliere ma è di casa.
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Silvio é dal 1975 che fai politica.
Veramente già alla medie mi “agitavo”, poi mi hanno cacciato e sono approdato all’Einstein dove ci siamo conosciuti. 
Quando hai smesso di essere estremista?
Mai, perché non lo sono mai stato.  Al liceo c’eravate voi della fgci con tanti tesserati ed i Cub molto presenti. Ed io cercavo di meditare. 
A che gruppo appartenevi?
Se ricordo bene  al collettivo di lavoro comunista.
Altisonante!
Sì, difatto ero solo io.
Lotta continua? 
Dopo
Dai Silvio ammettilo, un po’ estremista lo eri…
Figlio dei tempi, ero. E poi scrivi pure che mi sono laureato stando in carcere.  All’ inzio degli anni ’80 ho capito che il modo di fare politica stava cambiando. Soprattutto a sonistra i partitini non funzionavano più  Prima ho aderito ai Verdi. Poi la scelta radicale con la successiva decisione di avere la doppia tessera del pd oltre a quella dei radicali 
Anche quando i radicali e Pannella simpatizzavano con il Cavaliere?
Mai condiviso. I radicali hanno come solo orizzonte i diritti stando dentro la sinistra.
Fermarlo nel parlare e quasi impossibile. Un fiume in piena.
Anche come medico ginecologo hai detto la tua.
Penso di sì, sono andato in Francia per imparare ma qui in Italua sono stato il primo. Ed ho sperimentato la sintesi in politica tra diritti e azione concreta nella professione medica.
***
Anche quando ci stiamo per lasciare é un fiume in piena. Con WhatsApp  mi tiene quotidianamente informato delle sue molteplici iniziative, tutti i giorni su ambiente e blocco del traffico Con dovizia di particolari tecnici sostiene l’inutilità delle iniziative pentastellate torinesi. “Fanno solo ideologia per dimostrare la loro esistenza”. Effettivamente lo smog è figlio più del riscaldamento, più precisamente della obsolescenza degli impianti. Insomma non molla mai ma proprio mai. Più volte consigliere comunale, con qualche recriminazione per non essere stato eletto in consiglio regionale. Ed eccolo possibile “risorto” come candidato alle politiche. Indubbiamente inossidabile. Gli chiedo se é vero. “Perché non dovrebbe essere vero…mica arrivo da Canicattì? Sono in attesa, essendo un soldatino a disposizione”. Proprio soldatino non mi pare, qualche carriera militare l’ha fatta. Poi faccio mente locale: abbiamo detto radicale e del pd. Candidato ideale con l’intesa Renzi Bonino. Molti i contrari nel Pd. Invocano il ruolo fondamentale di chi ha lavorato nel territorio.  Renzi vuole i suoi. Se  Silvio non é renziano, è però vero che è figlio dell’accordo tra Renzi e Bonino. Si vedrà.
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