TORINO, SEMPRE PIU’ ACCATTONI CON ANIMALI. COME INTERVENIRE?

Nulla, non è successo proprio nulla da quando ne abbiamo parlato l’ultima volta nel giugno scorso, la situazione è addirittura peggiorata, il fenomeno dello sfruttamento degli animali, perlopiù cani, utilizzati per mendicare è in forte aumento. Sono ovunque, in ogni quartiere, in ogni strada se ne incontra almeno uno, alcune di queste persone tengono più cani, fermi, immobilizzati da guinzagli o catene corte e improvvisate, terrorizzati da chi li tiene, occhi bassi, schiavi. La Delibera del 2006, modificata nel 2011 è debole, inutile, non è in grado di proteggere gli animali, non permette alle forze dell’ordine di intervenire né agli enti preposti di contribuire, eccola qui, la ripetiamo per evidenziare la sua inefficacia : “ E’ vietato, su tutto il territorio del Comune di Torino, nella pratica dell’accattonaggio, utilizzare animali in stato di incuria, denutrizione, precarie condizioni di salute, in evidente stato di maltrattamento, impossibilitati alla deambulazione o comunque sofferenti per le condizioni ambientali in cui vengono esposti. E’ altresì vietato l’accattonaggio con cuccioli di qualsiasi specie animale di età inferiore ai 180 giorni. Gli animali non possono comunque essere soggetti attivi dell’accattonaggio…” (fonte: sito Comune di Torino). Troppe eccezioni, troppa indulgenza, basterebbe che recitasse: “Vietato accattonare con gli animali”, non è complicato, non lede nessun interesse anzi contribuirebbe al tanto discusso e attuale problema del degrado urbano, anche quello in crescita.

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Sui social molte volte si postano foto, si tenta di intervenire, si protesta, si urla di rabbia ma non c’è nulla da fare, il regolamento attuale protegge chi attua questa incivile pratica a scopo di lucro, questi personaggi sono anche astutamente preparati: hanno i documenti dell’animale (il più delle volte in lingua non italiana), mettono a disposizione del cane cibo e acqua e persino il cappotto, sono legalmente inattaccabili, ma lo stato inerme dei poveri animali, il dover stare immobili tutto il giorno e persino i loro occhi parlano di sfruttamento e terrore. Anche questa volta è doveroso fare il distinguo con altre persone che sono in strada con i loro animali, gente che ha perso tutto, senzatetto che rinunciano a dormire nei rifugi per non lasciare il loro “familiare”, il loro compagno, il loro amico. In questo caso invece i cani sono vivaci, giocano, sono sereni e i loro padroni, spessissimo, hanno maggiore preoccupazione per loro più che per se stessi e ne chiedono l’adozione o lo stallo per donargli condizioni di vita migliori. Speriamo che qualcosa si muova e che l’amministrazione di questa città, e non solo, si occupi maggiormente di proteggere gli animali e di evitargli una vita di sofferenza cambiando i regolamenti. Molte volte ci sentiamo dire che ci sono problemi più importanti, più urgenti, è vero le priorità sono molte ma il trattamento che riserviamo agli animali così come alla natura in genere è lo specchio della civiltà di un popolo, la quintessenza della nostra morale, dei nostri valori. “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali” diceva Gandhi.

 

Maria La Barbera

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