Addio alla mamma di Bea, la “bimba di pietra”. Tanti torinesi ai funerali di Stefania

Ieri centinaia di torinesi hanno detto addio a Stefania Fiorentino, la mamma di Bea, la “bambina di pietra” affetta da una rara malattia che le sta irrigidendo il corpo. Stefania e’ morta a soli 35 anni per un tumore al seno. I funerali sono stati celebrati alla chiesa del Santo Volto da don Mauro Giorda. Erano presenti anche tanti membri dell’associazione “il mondo di Bea” creata proprio da lei e dalla sorella Sara, che ai funerali si è sentita male ed è stata accompagnata all’esterno della chiesa. Riportiamo qui di seguito, integralmente, il saluto pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione da “zia Sara” (così si firma sul social network la sorella di Stefania, zia di Bea), dopo la morte della giovane donna.
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IL SALUTO DI ZIA SARA
Sono cinque anni che scrivo su questa pagina nel modo più naturale del mondo, rendendovi partecipi di una vita che a molti può apparire come “diversa”, ma per noi è fonte di normalità. 
Ma oggi, è veramente difficile trovare le parole giuste. Lo è stato anche sabato notte quando vi ho informato, ma in quel caso ho scritto di getto, senza rileggere. Poi ho visto le mie parole rimbalzare dappertutto, sui giornali e sulle bacheche di ognuno di voi in maniera del tutto inaspettata, e ho capito quanto è grande la responsabilità di rivolgersi a così tante persone, ed è fondamentale che arrivi il messaggio giusto. Quindi oggi, più consapevole di quanto accaduto, proverò a fare del mio meglio. 
Questo è uno di quei momenti in cui ovviamente vacilliamo. Essere forti in certe situazioni è tanto complicato, quanto necessario. Ma se “la gioia di vivere consiste nell’avere sempre qualcuno da amare e qualcosa da aspettare”, allora so per certo che noi che siamo rimasti qui abbiamo ancora molto da fare, soprattutto per Stefania.
Voglio per prima cosa ringraziare uno ad uno tutti voi per i vostri messaggi. 
“Non siamo soli. Lì fuori c’è un’infinità di persone pronta ad esserti vicino”: leggevo questa frase qualche giorno fa, ora so che è vero.  E anche se ora abbiamo bisogno di essere vulnerabili e di soffrire senza filtri, sappiamo che questo ci aiuterà a ritrovare la carica per concentrarci su Beatrice.
Credo che un problema sia sempre una buona occasione per imparare qualcosa, e sono convinta oggi più che mai che mia sorella abbia insegnato molto, ad ognuno di noi. 
Ed è proprio per questo che voglio dirvi che noi non molliamo. Porteremo avanti ogni suo progetto, e non getteremo al vento quello che ha costruito finora. Abbiamo bisogno solo del tempo necessario per ricaricare le pile. 
In uno dei miei libri preferiti, Io uccido di Giorgio Faletti, l’autore scrisse che la morte è purtroppo l’unico vero modo che il destino ha scelto per ricordarci continuamente che esiste la vita. E noi non lo dimentichiamo, e saremo qui, più forti che mai. 
Vi abbraccio uno ad uno. 
Zia Sara
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