Studenti a Berlino, Sachsenhausen e Ravensbrück

Venticinque ragazze e ragazzi piemontesi, accompagnati da 5 docenti e dalla storica Luciana Ziruolo, direttrice dell’Istituto storico della Resistenza di Alessandria, parteciperanno da giovedì 17 a domenica 20 maggio, al viaggio studio di quattro giorni in Germania, visitando Berlino e i lager di Sachsenhausen e Ravensbrück. Il viaggio è l’ultimo e conclusivo dei tre riservati agli studenti vincitori nella 37° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale.

Berlino, un libro di storia aperto sul ‘900

Berlino, la capitale della Germania, è come un libro di storia aperto sul ‘900, il “secolo breve” delle guerre, dei conflitti e delle divisioni. Il Memoriale dell’Olocausto e le parti restanti del muro che divise in due parti la città durante la guerra fredda testimoniano la sua difficile storia nel corso del XX secolo e la Porta di Brandeburgo è diventata, dal 1989 in poi, il simbolo della sua riunificazione.

 

Il memoriale della Resistenza Tedesca

Il Memoriale della Resistenza Tedesca (Gedenkstätte Deutscher Widerstand) si trova nel luogo in cui venne compiuto il tentativo di colpo di stato del 20 luglio 1944 e all’epoca ospitava la sede del comando superiore dell’esercito del reich. Fu questa la centrale della congiura contro Hitler. In seguito al fallimento dell’attentato, nel cortile del Bendlerblock – così si chiama questo palazzo – vennero giustiziati nella notte stessa il conte Claus von Stauffenberg e tre dei congiurati. Dal 1953 questo cortile è diventato uno dei luoghi di memoria della Resistenza contro il Nazionalsocialismo e nel 1968 sono stati aperti il Memoriale e il Centro Culturale. Nel 2014 è stata inaugurata una nuova mostra permanente che ripercorre attraverso oltre 1000 fotografie e documenti l’ampiezza e la portata ideologica della lotta contro la dittatura nazista. La Resistenza tedesca è stata un fenomeno che coinvolse il movimento operaio, parte della chiesa, i circoli artistici e intellettuali, le minoranze ebraiche, sinti e rom, e alcuni movimenti giovanali. Capitoli particolari della mostra sono dedicati all’attentato a Georg Elser dell’8 novembre 1939, al Circolo di Kreisau (Kreisauer Kreis), alla Rosa Bianca (Weiße Rose) e l’Orchestra Rossa (Rote Kapelle). La mostra ricostruisce la formazione delle reti della resistenza, quali fossero le loro motivazioni e gli obiettivi e come lo stato nazista reagì alle loro azioni.

 

Il lager di Sachsenhausen

Il lager di Sachsenhausen, situato 35 chilometri a nord di Berlino, fu costruito nel 1936 come campo di concentramento “esemplare”, immaginato per proiettare l’immagine di forza del nazismo e sottomettere i prigionieri al potere delle SS. Fra il 1936 e il 1945 “ospitò” più di 200 mila prigionieri.I primi reclusi furono gli avversari politici del nazismo ma,successivamente, vennero imprigionati anche coloro che erano reputati inferiori, per caratteristiche razziali e biologiche. Moltissimi vi morirono per malattia, lavori forzati e fame,altri furono vittime dello sterminio di massa eseguito dalle SS. Il 22 e 23 aprile 1945, quando quest’incubo terminò, i soldati dell’Armata Rossa liberarono più di 3.000 persone, fra i malati e i medici che ancora si trovavano nel campo. Nell’agosto del 1945, il lager di Sachsenhausen divenne un campo speciale sovietico.Nel campo furono imprigionati i funzionari del regime nazista, alcuni nemici politici e molte persone ingiustificatamente imprigionate.Il campo di Sachsenhausen divenne il più grande della zona di occupazione sovietica, fino a quando fu smantellato nel 1950. Nei cinque anni in cui fu operativo, vi furono internati circa 60.000 prigionieri, dei quali più di 12.000 non riuscirono a sopravvivere. Per i tragici avvenimenti, che videro come protagonista il campo, nel 1961 divenne un luogo commemorativo. Oggi Sachsenhausen è aperto al pubblico: diversi edifici e costruzioni sono stati ricostruiti, come ad esempio le torri di guardia, l’entrata del campo e diverse baracche. È inoltre presente un museo che raccoglie testimonianze e lavori della vita degli internati.

 

Ravensbrück, il lager delle donne

Ravensbrück, conosciuto come “il lager delle donne”, ha una storia molto particolare e terribile. Situato nella regione del Brandeburgo, 80 chilometri a nord est di Berlino, il campo venne costruito tra i primi del sistema concentrazionario nazista, nel 1939, allo scopo di internare le donne tedesche considerate asociali e le delinquenti comuni. Successivamente, nelle sue baracche e dietro ai suoi reticolati, finirono le donne deportate dai paesi progressivamente occupati dai nazisti: zingare, ebree, oppositrici al regime, lesbiche, testimoni di Geova. A Ravensbrück furono immatricolate 132.000 donne e decine di migliaia di loro persero la vita, fucilate o soffocate camere a gas con lo Zyklon B, il micidiale acido cianidrico, conosciuto anche come “acido prussico”. Tantissime altre morirono per malattia e stenti, sfiancate dal lavoro, dalla fame e dal freddo, oppure a seguito degli esperimenti medici di cui erano le cavie. La conoscenza e la memoria di questo luogo, anche se negli anni ha conservato poco dell’originaria struttura concentrazionaria, può e deve essere un doveroso omaggio a tutte le donne che nel campo hanno sofferto e trovato la morte.

Marco Travaglini

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