“Storie in crescita” con Gruppo Abele e De Agostini

Un progetto educativo all’interno della scuola, laboratorio di vita dove i ragazzi possono vivere esperienze significative per il loro processo di crescita

 

ciottiLa città di Novara ha ospitato la presentazione dei risultati del progetto “Storie in crescita”, ideato dall’associazione Gruppo Abele, (Onlus fondata a Torino da don Luigi Ciotti), realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Novara e finanziato dalla Fondazione De Agostini.Il progetto – che si è svolto tra settembre 2014 e maggio 2015 – ha coinvolto studenti, genitori e docenti della scuola Primaria e della scuola Secondaria di I e di II Grado di Novara e provincia, articolandosi in una serie di incontri formativi in classe e attività extrascolastiche finalizzati a promuovere percorsi educativi incentrati sui valori della dignità, del rispetto, dell’uguaglianza e della solidarietà.La restituzione pubblica dei risultati, presso l’auditorium della Banca Popolare di Novara dalle ore 9.00 alle 13.00, si è aperta con la presentazione dei lavori realizzati dalle classi coinvolte nel progetto; dopo i saluti di Andrea Ballarè, Sindaco di Novara e di Roberto Drago, Presidente Fondazione De Agostini, Mauro Maggi, educatore del Gruppo Abele ha presentato l’iniziativa in tutte le sue fasi. L’incontro è proseguito con la testimonianza di Luca Mercatanti, esperto blogger e l’intervento di don Luigi Ciotti, che ha dato poi vita ad un interessante dibattito.

 

Il progetto “Storie in crescita” è nato dalla consapevolezza del ruolo della scuola quale laboratorio in cui si sperimentano esperienze di vita fondamentali come il rapportarsi con l’autorità̀ dell’insegnante e con i compagni, l’incontro con l’altro e la sua diversità, l’appartenenza a un’istituzione e la costruzione di un’idea di pari dignità tra i generi. In collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, sono stati organizzati seminari e incontri per le famiglie e gli insegnanti, con l’obiettivo di riavvicinare i poli del triangolo educativo “insegnanti-studenti-genitori” e conoscere meglio le nuove culture e gli stili di vita giovanili. In classe il progetto si è invece declinato in attività svolte dai ragazzi in forma di “laboratorio”. Gli allievi si sono così misurati in percorsi formativi, prediligendo le tematiche legate al mondo dei social media e della comunicazione digitale. È emersa l’importanza della figura dell’educatore “virtuale”, sviluppo naturale della tradizionale figura del formatore scolastico ed extrascolastico, che aiuti i giovani di oggi (sempre più proiettati nel virtuale e sempre meno nel reale) a orientarsi tra scelte e valori. In particolare, in molti laboratori i ragazzi hanno svolto le proprie attività, guidati da un educatore del Gruppo Abele, con strumenti quali Facebook, Twitter, Instagram, Whatsapp, Tumbler e Pinterest, diventando più consapevoli dei rischi legati alla tutela del diritto di privacy e alle nuove forme di dipendenza psicologica legata all’uso prolungato della tecnologia.

 

L’intervento della Fondazione De Agostini ha reso possibile l’attuazione del percorso educativo, che ha creato spazi di discussione e condivisione tra il mondo giovanile e quello adulto di fronte alle sfide educative che il contesto tecnologico impone.  “La formazione dei giovani, la loro crescita culturale, etica e umana – ha dichiarato Roberto Drago, Presidente della Fondazione De Agostini – sono per noi obiettivi di primaria importanza. Attraverso questo progetto la nostra Fondazione ribadisce il proprio impegno affinché scuola e famiglia, i principali ambiti formativi di ogni individuo, siano sempre all’altezza del proprio ruolo e sappiano affrontare le nuove sfide educative del presente, per garantire ai più giovani e alle future generazioni una società più giusta e solidale, dove ciascuno abbia i mezzi e le opportunità per affermare liberamente se stesso e la propria identità nel rispetto degli altri”.

 

La collaborazione col Gruppo Abele, realtà impegnata da 50 anni nell’attivazione di percorsi di cittadinanza attiva e consapevole da parte dei più giovani, ha consentito di offrire ai ragazzi un supporto educativo strutturato, in grado di favorire un dialogo libero e aperto, ma anche una sperimentazione sicura dei diversi canali digitali utilizzati.

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