Storie di glorie nel basket: voglio sognare Lorenzo Caroti

Mercoledì 22 maggio 2019. Guardo in TV una partita dei playoff di A2 di basket italiano: Treviglio contro Verona, forse più per vedere Vujacich (che tanto “male” fa al cuore di noi Torinesi, risognando l’ultimo suo canestro della vittoria della Coppa Italia di sembra ormai quasi un secolo fa…) che la partita in sé…e molto tristi per il nostro basket cittadino.
Sorrido pensando a come vorrei almeno vedere con mia moglie…almeno il campionato di A2 il prossimo anno a Torino dopo anni di A1… e vedo giocatori mai visti. Sorrido amaramente e ricordo di quando a Treviglio andavo come giocatore di basket in trasferta con la mia squadra quando ancora era C e la ricordo come trasferta “lunga”. Come si modificano le distanze nel tempo quando da giovane tutto sembra una conquista e tutto sembra lontano…con le trasferte in pullman e gli amici insieme… .Mentre la partita prosegue, vedo un ragazzo, che scopro essere giovanissimo nato nel 1997, anno in cui purtroppo già insegnavo a quello che una volta era l’ISEF di Torino, ora facoltà di Scienze Motorie, che gioca. Vedo purtroppo solo gli ultimi minuti del quarto quarto perché prima avevo appena visto una partita dei playoff di A1. Sento le sue statistiche: 1 su 19 al tiro!!! Non credo nemmeno che dovrebbe stare in campo uno così… . Non pago, sbaglia anche uno dei due tiri liberi che visto il risultato dei tempi regolamentari non permettono alla sua squadra di vincere e si va ai supplementari.Iniziano i supplementari ma lui non è in panchina, come tutti coloro che non lo conoscono si aspetterebbero, è in campo e il suo allenatore gli dà fiducia. Incredibile.
Ma i Santi del Basket sono in agguato…attendono solo Lorenzo Caroti.44 secondi alla fine. Treviglio sotto di uno palla in angolo a Lorenzo: ha in mano il suo destino e può scegliere; eroe o disfatta, coraggio o supina accettazione di una triste realtà. Non esita, tira da tre punti e segna. Più due Treviglio.Si ritorna in difesa e lui riesce a far sbagliare il play avversario. Mancano ancora tanti secondi, troppi per tenere la palla fino alla fine. Passa il tempo e lui ha la palla in mano. Sasha Vujacich, uno che ha vinto due titoli NBA e una Coppa Italia con Torino (sigh!) lo guata: da oltre 7 metri Lorenzo non chiude gli occhi, si alza e tira nuovamente, ed è ancora canestro da 3! E’ l’apoteosi, l’epifania di alcuni santi del basket che sanno dipingere scenari splendidi sul parquet come se fosse, con il debito rispetto, una Cappella Sistina dei sogni sportivi.Una linea di 44” tra l’abominio e la Gloria. Quel piccolo lasso di tempo in cui ognuno di noi può fare la differenza ignorando i propri errori ma consapevoli dei propri mezzi ci proviamo ancora.Lorenzo Caroti “siamo” tutti noi quando pensiamo che tutto stia andando male ma non perdiamo la Forza e il Coraggio; quando siamo come nella poesia di Kipling “Se” nel passo in cui dice, più o meno…”..e quando tutti hanno perso la fiducia in te e tu non puoi far altro che dirti: su!”, … e invece di mollare tiri lo stesso a canestro.Quando la differenza la fai tu, con le tue scelte, e sai che potresti pagarle (se avesse sbagliato, ora non saremmo qui a parlare di Lorenzo Caroti) ma quando sogni sai che ce la puoi fare.Quando riprendiamo l’energia dei 20 anni, quando pensiamo che tutto sia possibile e quando qualche volta ce la facciamo allora torniamo a vivere. E Lorenzo Caroti, un ragazzo di vent’anni, a modo suo ha svoltato verso la Gloria.Grazie Lorenzo. Se come spero Torino tornerà nel basket che conta e dovessimo giocare contro, bè vorrei il tuo autografo sulla mia maglia. A presto e buon divertimento!

Paolo Michieletto  


 

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