Storia di un ladro di libri

libriCome quei fanatici dell’arte che commissionano furti di opere celebri per poter ammirare, in esclusiva nel proprio salotto, un Rembrandt o un Picasso, aveva prelevato i volumi dalla biblioteca di turno per il piacere di leggerli e di possederli

 

Le cronache di questi tempi di crisi narrano spesso – con toni clementi, a dire il vero – di furti commessi da padri di famiglia o pensionati indigenti che rubano scatolette di tonno o spicchi di Parmigiano nel supermarket sotto casa. Per fame, solo per fame.

 

Colpisce quindi la notizia del “ladro di cultura” di Lauriano che ha prelevato nel corso degli anni  migliaia di volumi dalle biblioteche della provincia torinese, senza mai restituirli. Il superlettore, un uomo di 44 anni, è stato denunciato per furto. Durante l’ispezione in casa sua i carabinieri ne hanno trovati più di 3.000, di libri: alcuni li aveva presi in prestito senza riconsegnarli alla civica biblioteca di turno; altri li aveva semplicemete rubati dagli scaffali. 

 

Ad acorgersene una studentessa universitaria che stava preparando la propria tesi di laurea. Non li aveva sottratti al patrimonio pubblico per ricavarne guadagni rivendendoli. No. Come quei fanatici dell’arte che commissionano furti di opere celebri per poter ammirare, in esclusiva nel proprio salotto, un Rembrandt o un Picasso, li aveva sottratti alla biblioteca di turno per il puro piacere di leggerli e di possederli.
   

Roba da “Buongiorno” di Gramellini. Da condannare la condotta truffaldina; da ammirare – se i libri li avesse acquistati – l’interesse culturale davvero non comune.

 

CB

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