Stagione dei tagli al via. Ma la “kultura” subalpina non si indigna

di Pier Franco Quaglieni

La cultura torinese-quella con la k alla tedesca , quella che predomina da 30 anni- fa quadrato attorno al sindaco/a Appendino. Notizia sconcertante.  L’amministrazione grillina taglia del 30 per cento i contributi agli enti culturali e nessuno dei responsabili protesta. Anzi, il presidente del teatro Regio Vergnano, quello che nacque coccolato da Balmas all’Unione Musicale ed è passato attraverso tutte le stagioni della politica torinese di sinistra, si dice a fianco del sindaco/sindaca addirittura  come cittadino. Appendino doveva rompere il “sistema Torino”  che caratterizza  questa città da trent’anni e che il sindaco Fassino ha dovuto continuare ad  alimentare dopo che il suo predecessore ,in un decennio,  lo aveva così bene messo a regime, fin nei minimi particolari, archiviando la politica aperta e pluralista di Castellani e Perone. Gli unici che non si sono ancora espressi sono quelli del Polo del ‘900,forse perché a loro pensa soprattutto  la Compagnia del San Paolo e non c’è ancora un direttore che possa dar voce al nuovo allineamento. 

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Appendino doveva -e si era impegnata pubblicamente in quel senso – rompere la cappa di piombo del conformismo torinese che nel campo della cultura aveva raggiunto livelli intollerabili. La stessa compagnia di giro che tiene banco da decenni, doveva essere mandata a casa. Invece ha mandato brutalmente  a casa solo la più competente e limpida intellettuale che avesse una posizione di vertice a Torino, quella Patrizia Asproni  che certo non viveva per la sua carica torinese, ma che semmai dava prestigio ed autorevolezza alla cultura torinese. Asproni non venne neppure ricevuta a palazzo civico e saltarono le grandi mostre che, bene o male ,erano l’elemento trainante del turismo torinese.
Il fatto che la compagnia di giro, senza provare un minimo di imbarazzo, per non dire di vergogna, faccia quadrato attorno al sindaco/a dovrebbe suscitare perplessità soprattutto negli elettori grillini e nei tanti non grillini torinesi che hanno votato al ballottaggio per Appendino proprio perché aveva promesso, urbi et orbi ,di dare la spallata ai signori, anzi soprattutto alle signore della kultura torinese. 

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Ha ragione Osvaldo Napoli, non certo particolarmente sensibile ai temi della cultura, ad indignarsi per il trasformismo di questi eterni mandarini del potere kulturale che non sono riusciti, pur strettamente  organici al PD, a portare a Fassino il consenso, impegnandosi  anche sul terreno elettorale in maniera assai poco consona al loro ruolo pubblico. A Savona il Sindaco Caprioglio taglia tutte le voci di bilancio, cultura compresa, per il dissesto finanziario lasciato dal centro-sinistra. E ovviamente tutti insorgono contro di lei.  A Torino, i socioculturali -forse solo questa è la vera definizione che stabilisce la loro vera identità -che dominano la città da tre decenni, ballano il valzer con il sindaco/sindaca  grillina.  

(foto: il Torinese)

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