Spesa farmaceutica, allarme rosso: peggio di noi solo la Puglia

“I costi – dice l’assessore – a fine 2014 ammonteranno a 415 milioni, mentre dovrebbero attestarsi a 390”

 

molinetteNella sua comunicazione alla Giunta regionale, l’assessore alla sanità Antonio Saitta ha lanciato l’allarme: quella per la farmaceutica in Piemonte è una delle grandi voci di spesa all’interno del bilancio regionale della sanità, con una percentuale del 15% che significa 1,2 miliardi di euro.

 

“La spesa farmaceutica ospedaliera – dice l’assessore – a fine 2014 ammonterà a 415 milioni, mentre dovrebbe attestarsi a 390.  Saitta, dice che “non era mai stato fatto un lavoro di analisi così rigoroso e attento sulle spesa di farmaci in passato”. Su alcune voci di spesa  ci sarebbe possibilità risparmiare, partendo dalla consapevolezza dell’appropriatezza delle prescrizioni, che deve migliorare sia da parte dei medici ospedalieri sia dei medici di base, chiamati ad aiutare i pazienti a non farsi condizionare dalle pressioni del consumismo farmaceutico.molinette2

 

“I cittadini hanno bisogno che i loro medici di base li aiutino a cambiare mentalità. La Regione non ha alcuna intenzione di fare la parte dei “ragionieri del farmaco”, ma sentiamo forte l’esigenza, nella quotidiana battaglia per ridurre la spesa sanitaria, di essere sostenuti dai medici anche nella voce relativa alle prescrizioni di farmaci”, spiega l’assessore.

 

“Ci sono esempi virtuosi – conclude – che fanno comprendere come sia possibile intervenire in accordo con i medici di base: la spesa per farmaci di grande consumo – le statine (per il controllo degli eccessi di colesterolo) e gli ace inibitori (contro l’ipertensione) – registra in Piemonte nel primo semestre del 2014 un grande risparmio, perché si è incrementata in maniera significativa la prescrizione del farmaco generico a discapito di quello cosiddetto di marca: qui emerge forte il ruolo del medico prescrittore al quale il paziente si affida completamente”.

 

LE CIFRE DELLA SPESA OSPEDALIERA NELLA COMUNICAZIONE DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’

 

sanitaLa farmaceutica si divide in due macro voci di spesa, quella territoriale e quella ospedaliera. Nella prima il Piemonte si comporta a livello nazionale abbastanza bene e deve però rispettare i parametri di taglio imposti dal Piano di rientro, mentre nella seconda voce siamo tra i peggiori in Italia.

Vediamo le cifre: per l’anno 2014 il tetto di spesa della farmaceutica territoriale è stato fissato per il Piemonte 827,8 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 3.36% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 la spesa era di 856,6 milioni), di cui 637,8 milioni per la solo spesa farmaceutica convenzionata che quest’anno quindi deve quindi diminuire del 3.2%

 

Dall’analisi dei flussi di spesa del primo semestre e dalla proiezione fino a fine anno, emerge che in Piemonte troviamo territori che stanno risparmiando come Cuneo, Novara, Biella, Vercelli e Vco, mentre Torino è gravemente inadempiente ed Alessandria e Asti sono inadempienti, ma in lento miglioramento: se non si cambia rotta, a fine anno non solo non avremo raggiunto l’obiettivo di spendere solo 827.8 milioni di euro per la farmaceutica territoriale, ma lo avremo superato di almeno 20 milioni di euro.

 

Passiamo alla spesa della farmaceutica ospedaliera: per l’anno 2014 il tetto di spesa è stato fissato per il Piemonte a 390 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 4.2% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 è stata di 407,2 milioni).Qui la situazione è difficile, perché il nostro trend di spesa è tra i più alti d’Italia (peggio di noi fa solo la Puglia).

 

Questa voce è difficile da controllare perché le Asl e le aziende ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati: di fatto mancava quasi completamente il rendiconto della spesa farmaceutica ospedaliera e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati.

 

Per l’anno in corso invece di restare nel tetto di spesa di 390 milioni di euro, quasi certamente arriveremo a 415 milioni. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie (Novara e Torino) ma anche Asti, Vercelli e Vco.

 

Per rispettare nel prossimo futuro questi parametri gli strumenti ci sono e per la verità c’erano già. Si tratta di utilizzare una procedura chiamata File F (usata da anni in altre Regioni): un tracciato che contiene le informazioni relative alla fornitura e somministrazione di un farmaco ad un paziente da parte di una struttura ospedaliera o territoriale e che permette la compensazione del costo con l’Asl di residenza del paziente. Si tratta di uno strumento che consente di tracciare la filiera di un farmaco, garantendo al paziente la continuità della cura e all’azienda il riconoscimento delle spese sostenute, una maggiore appropriatezza nei consumi e quindi, per alcune tipologie di farmaco, un risparmio sulla spesa farmaceutica convenzionata.

 

(Foto: il Torinese)

 

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