Sintesis di Roberto Demarchi

 

“Sintesis”: non, banalmente, “sintesi”. Non è solo una consonante in più o in meno: è un mondo diverso, un richiamo al passato, alle radici della nostra civiltà, il titolo dell’antologica di Roberto Demarchi attualmente in corso a Torino

“Raccolta”: non, semplicemente, “riassunto”; ed eccole davanti a noi, sapientemente esposte, le 29 tavole, raccolte insieme (“syntithemi”: cioè, in greco, “mettere insieme”, appunto) da precedenti mostre e godibili, eccezionalmente, in un’unica visita. Illuminazione opportunamente studiata e fondo monocromo della parete sono soltanto strumenti, per quanto necessari: le tematiche e il linguaggio pittorico dei cicli “Perì physeos”, “Genesi dell’arte”, “Eschilo”, “Haiku”, “Giardini zen”, “Antologia astratta”, “Paesaggi della memoria”, “La luce nella pietra”, “Acqua”, “Notturni di Chopin” e “Zodiaco” bastano a se stessi.

Descriviamo tre delle tavole, scelte quasi a caso a sostegno del lettore (che, ne siamo convinti, dovrebbe diventare, nei prossimi giorni, visitatore).

La luce nella pietra N. 3

Tre elementi quadrangolari – sufficientemente vicini da suggerire un confronto (simili, non identiche, le proporzioni), non abbastanza da sfiorarsi – sembrano galleggiare nel magma. Il fruitore ha la tentazione di allungare la mano, di sfiorare quella superficie (superficie? No, per nulla: qui le dimensioni sono tre, come i rettangoli), ma l’esperienza lo trattiene: ciò che ha quel colore, in natura, brucia. Come la lava.

Haiku N. 5

Tra dio / e il mendicante sboccia / il fiore di U (Kobayashi Issa). Di questo fulminante haiku Demarchi rispetta la metrica (sì, anche la pittura astratta può rispettare la metrica; o, se l’artista-poeta lo ritiene necessario, eluderla, riscriverla, mescolarla), il tema e l’ordine logico. Eccolo, il fiore di U, rettangolo di sette “on”, candido e venato di rosa, tra un dio e un mendicante che sono, fatto salvo un piccolo particolare (non lo indicherò: andate a scoprirlo di persona), assolutamente identici.

Tolstoj, Resurrezione

Un vecchio dalla barba profetica scrive, medita e ama nella profondità della Russia. Il secolo sta morendo, l’aspettativa di vita dell’uomo non potrà superarlo di molto: ma il titolo che sceglie è “Resurrezione”. Eccola, la campagna russa, che da una manciata di decenni appena non è più calcata dai piedi dei servi della gleba: eccola, tutta rappresentata in quattro rettangoli inscritti in una cornice quadrata, la fertile terra di quello che fu il principato di Moscovia, cosparsa di piccoli e timidi fiori, verde o bruna in seguito all’aratura, sotto un cielo che è, come lei, profondamente russo.

Tutte le tavole di Sintesis

Eumenidi; Haiku N. 16, Haiku N. 5; Giardini Zen; Jan De La Cruz, Iqbal, Cvetaeva; Chopin N. 3, Chopin N. 1, Chopin N. 2; La luce nella pietra N. 1, La luce nella pietra N. 2, La luce nella pietra N. 3; Sagittario, Toro, Gemelli, Cancro; Acqua N. 1, Acqua N. 3, Acqua N. 3; Buzzati, Tolstoj, Mann; Brunelleschi; Perì physeos (1), Perì physeos (2), Perì physeos (Stele), Perì physeos (3); Apollo Musagete.

È possibile visitare “Sintesis”, gratuitamente e su prenotazione, fino al 20 marzo, in corso Rosselli 11 a Torino. Informazioni e contatti: www.robertodemarchi.info.

Andrea Donna

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