Un senso nuovo

cavallo bronzoTorino… il primo luogo in cui sono possibile!

Di Francesca Petrone

 

Svegliarsi al mattino e restare dentro a un sogno.

Sospesi nella realtà, con l’impressione di avere il soffitto sotto i piedi.

Scoprirsi a testa in giù a riavvolgere i contenuti e immaginarne il dopo, come al termine di un film o di un libro con finale aperto. Un’esperienza comune a tutti.

Sto ancora così, immersa nel mondo onirico dell’ultima notte, quando il cielo sopra il Salotto di Torino mi dice che è di nuovo quasi notte. Mi fermo qui, sulla panchina che affaccia da Via Roma su Piazza San Carlo. Il rifugio in cui cullarmi e sentirmi comoda nella vita di tutti i giorni.

Un red carpet per la vista su una delle piazze più affascinanti della città.

Le pupille si dilatano con l’avanzare del buio, mentre la luce dei lampioni impero illumina i circa dodicimila metri quadrati di superficie, palcoscenico di importanti avvenimenti storici e sociali.

Mi sembra di vederlo muoversi, il guerriero in sella al Cavallo di Bronzo, monumento equestre ad Emanuele Filiberto, nel trattenere le redini e infoderare la spada in segno di pace.

Una sottile voce mi distrae – A cosa pensi? – E’ la voce di una bambina. Si, ce l’ha proprio con me. Lei in piedi ed io sulla panchina, lontane ma non troppo, penso che, osservate di spalle, proponiamo la stessa sagoma, sulla traiettoria delle Chiese gemelle.

Le rispondo che continuo a pensare al sogno della notte prima.

– Un brutto sogno? – mi chiede con la fronte aggrottata.

Inizio a raccontarle. Mi ascolta con attenzione mentre fa segno a una donna, suppongo la nonna, di aspettare. Quando finisco, osservo la sua fronte distendersi. Con un piccolo gesto mi invita a sedermi per terra accanto a lei.

Fianco a fianco, a contatto con il terreno, incontro un senso nuovo.

Il senso di appartenenza, che sa di universale.

Ci guardiamo e il soffitto torna al suo posto.

(Foto: il Torinese)

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