Se chiami a casa e trovi occupato

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La commissione municipale doveva valutare le condizioni di degrado delle palazzine di via Giordano Bruno. edifici di proprietà comunale,  che nel 2006 hanno ospitato gli atleti dei Giochi olimpici invernali. Un gruppo di rifugiati, circa un centinaio, ha però impedito – tra urla e insulti –  ad alcuni consiglieri comunali di visitare gli appartamenti occupati.

 

 (Leggi anche la cronaca nel servizio di Maria Ferreri e Chiara Mandich in COSA SUCCEDE IN CITTA’)

 

In altre città si verificano fenomeni ancora peggiori: oltre ad edifici pubblici (del demanio o del comune) ed immobili privati sfitti, in zone popolari particolarmente degradate succede che “uscendo di casa” si rischi di non poterci più rientrare. Perché nel mentre una famiglia (o un gruppo) di immigrati ha fatto irruzione e si è barricato dentro

 

Aspetto grottesco e drammatico della crisi è quello delle “occupazioni”. Da anni ormai, qui a Torino, siamo abituati ad avere ragazzi dei centri sociali che in nome di non meglio precisati valori di giustizia sociale, entrano in immobili sfitti o abbandonati e vi si installano.Ora, la cosa di per sé generava problemi di ordine pubblico e sicurezza (per esempio in alcuni edifici fatiscenti erano gli stessi occupanti abusivi ad essere in pericolo per la mancata messa in sicurezza della struttura, o per condizioni abitative tutt’altro che “a norma”) ma l’amministrazione pubblica ed il Comune hanno sempre lasciato un po’ correre, dando il là, oltre tutto, a giustificate polemiche da parte degli oppositori di turno, che hanno sempre richiamato a concetti di legalità e principio per contrastare il fenomeno.

 

Oggi, tuttavia, siamo passati ad una nuova fase del problema. Già negli ultimi anni si sono verificati casi in cui proprietari di appartamenti si sono trovati interamente defraudati dei loro diritti, a favore di “occupanti” protetti dai centri sociali e da delinquenti vari. Le forze dell’ordine e gli ufficiali giudiziari si sono trovati spesso nella condizione di non poter procedere per questioni di ordine pubblico e alcune situazioni, in diversi quartieri della città, si protraggono da anni, con ovvi danni economici per persone che non hanno nessuna colpa se non quella di aver acquistato (molte volte con sacrificio) quello che una volta era l’investimento più sicuro: il mattone.  L’atteggiamento della sinistra torinese è sempre stato ondivago. Da un lato, è evidente a tutti che l’Italia è un paese in cui la sicurezza è sempre stata interpretata, dalle famiglie, come “casa”. E ciò significa che per generazioni, gli italiani hanno lavorato e si sono prodigati per potersi permettere un immobile, che oggi viene tassato a livello nazionale e locale quasi con crudeltà.

 

In altre città si verificano fenomeni ancora peggiori: oltre ad edifici pubblici (del demanio o del comune) ed immobili privati sfitti, in zone popolari particolarmente degradate succede che “uscendo di casa” si rischi di non poterci più rientrare. Perché nel mentre una famiglia (o un gruppo) di immigrati ha fatto irruzione e si è barricato dentro. Ed in molti casi persone anziane, per nulla abbienti, si trovano in situazioni paradossali, con le proprie cose rubate o buttate e senza più un tetto sotto cui dormire.

 

A Torino si è verificato un fatto gravissimo: la Commissione Controllo di Gestione del Comune di Torino,   presieduta dal consigliere leghista Roberto Carbonero, aveva programmato un sopralluogo all’ex Moi, il villaggio olimpico costruito nel 2006 occupato da ormai quasi due anni dai profughi dell’Emergenza Africa, per verificare lo stato degli edifici e valutare i danni fatti durante gli oltre venti mesi di abusivismo. In un secondo tempo il sopralluogo è stato annullato per evitare – a detta del capogruppo PD Michele Paolino – “che venisse considerato una provocazione”. Rimandato a quando ci sarebbe stata più “calma e serenità”, la Commissione è stata comunque occasione per due consiglieri di opposizione, Marrone (Fratelli d’Italia) e Ricca (Lega Nord), di recarsi sul luogo ed essere accolti da cori di insulti, fischi e contestazioni dei centri sociali (e degli occupanti “profughi”).

 

In questo caso non si tratta di diritti di proprietà di cittadini violati direttamente, essendo comunque le palazzine inutilizzate, ma dell’ennesimo precedente inquietante: esiste un asse consolidato tra clandestini e centri sociali, per cui l’assetto organizzativo dei secondi e l’aggressività dei primi è messa a sistema per bloccare ogni forma di normale legalità. A rimetterci, in data odierna, due consiglieri di opposizione del consiglio comunale, ma quanti torinesi non vengono tutelati quotidianamente nella nostra città? Dovremo aspettarci anche a Torino che in certe zone, chi esce di casa rischi di non poterci più rientrare? Marrone e Ricca, dopo aver rischiato lo scontro fisico ed essersi ritirati, annunciano di voler denunciare l’amministrazione comunale alla Corte dei Conti per danno erariale; intanto, senza curarsene, gli squatter hanno organizzato un “presidio” nell’area Ex Moi questo pomeriggio.

 

Giovanni Vagnone

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