Sanità, parte la riforma degli ospedali mentre in Piemonte si sprecano 400 milioni l'anno

medico sanita

Una volta verificate tutte le modifiche apportate sul testo iniziale, dopo gli incontri con Asti, Vercelli e Ivrea la Regione è pronta a partire

 

La  riforma degli ospedali studiata dall’assessore Antonio Saitta partirà questa settimana. Lo ha comunicato lo stesso Saitta al termine della riunione di Giunta regionale. Una volta verificate tutte le modifiche apportate sul testo iniziale, dopo gli incontri con Asti, Vercelli e Ivrea la Regione è pronta a partire. L’assessore regionale ha fissato anche un incontro ad Alessandria e in  Valle di Susa, allo scopo di trovare intese con i territori, così da inserirli nella delibera definitiva.  L’assessore ha anche detto che “in Piemonte la sanità spreca 400 milioni l’anno. Vedremo cosa fare situazione per situazione: quando vedo che all’Asl Torino 2 ci sono 400 infermieri esonerati dal partecipare ai turni  è chiaro che c’è qualcosa da rivedere”.

 

Nel frattempo la Regione annuncia attraverso un comunicato che i medici di famiglia avrebbero “ammesso di non essere mai stati coinvolti in passato dalla Regione Piemonte nella reale programmazione della sanità territoriale, ma di aver solo partecipato a trattative sindacali”. Sarà la realtà oppure no, fatto sta che i rappresentanti dei medici di famiglia, circa 3.300 in Piemonte, di Smi (Barillà), Snami (Grosso Ciponte) e Fimmg (Venesia) , dicono in assessorato “hanno condiviso con l’assessore alla sanità della Regione Piemonte Antono Saitta, la necessità di costruire al più presto un’ipotesi condivisa per superare la centralità dell’ospedalizzazione da riconvertire in assistenza territoriale e continuità assistenziale per venire incontro alle esigenze di una popolazione piemontese sempre più anziana e con sempre maggiori bisogni”.

 

“Lavoriamo insieme. Basta polemiche dei medici ospedalieri contro i medici di famiglia” hanno detto le rappresentanze di categoria chiedendo che la Regione Piemonte possa governare il sistema delle aziende sanitarie “dove finora ogni distretto si è comportato in modo difforme anche a pochi km di distanza. Ci sono Asl che spingono sulla domiciliarità ed altre che rifiutano di attivare un servizio di assistenza domiciliare integrata”.L’assessore Saitta, da parte sua,  ha chiesto ai medici di famiglia di “non ridurre tutto ad un problema economico: nel tempo i nuovi strumenti per superare la centralità dell’ospedalizzazione non sono mai davvero partiti, ognuno ha avuto la sua parte di responsabilità, ora serve l’umiltà di confrontarci con chi fa meglio di noi”.

 

Per questo li ha invitati per venerdì 30 gennaio in assessorato ad un focus sull’assistenza territoriale: “ascolteremo come fanno altre Regioni italiane che sono più avanti di noi: negare che oggi in Piemonte ci sia un problema nel rapporto tra opinione pubblica e medici di famiglia sarebbe sbagliato. So che fate un grande lavoro e non voglio generalizzare o fare del qualunquismo, ma nella nostra sanità manca la percezione dell’obiettivo generale, la frammentazione è segno di difficoltà vera. Io voglio governare questo sistema, per non farlo esplodere”.

 

L’assessore allo stesso tempo attacca i sindacati che sono scesi in agitazione all’Asl To3: “Credo che il sindacato sappia – ha detto – che abbiamo un vincolo alle assunzioni e che stiamo cercando di rimuoverlo. Sarebbe stato utile che i sindacati avessero mostrato la stessa determinazione in passato, ora ci troveremmo forse in una situazione migliore”.

 

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