Salvini rilancia il centrodestra. Ma Renzi vuole ancora dare lezioni

Salvini rilancia l’alleanza di centrodestra al termine di un incontro con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. La coalizione si presenterà unita alle prossime elezioni regionali, quindi anche in Piemonte Sarà naturalmente una alleanza “a trazione leghista” con Forza Italia e il Partito della Meloni destinati a svolgere il ruolo di comprimari. L’operazione politica consente a Salvini di rimettere insieme i “cocci” del centro destra, dopo aver ridimensionato politicamente ed elettoralmente i due alleati ( la Lega aveva ottenuto il 17 % il 4 marzo mentre oggi é sopra il 30), e di continuare a condizionare la politica e le scelte dell’attuale governo, dandogli una impronta di destra. Si tratta di capire “come e quando” Lega e M5S ,(o chi  dei due) decideranno di ” staccare la spina” al governo, ma una cosa è certa: non sarà certo una tale prospettiva ad impensierire Salvini che si presenterà agli elettori come il leader di una rinata coalizione del centrodestra all’interno della quale il suo partito sarà la forza di gran lunga più importante. Del resto questo é stato l’obbiettivo che Salvini si era posto all’indomani del voto del 4 marzo: impedire la formazione di un governo del Presidente e utilizzare l’alleanza con il M5S per riportare la Lega al governo e rafforzare la sua leadership e il suo partito, senza però rompere i rapporti con i suoi alleati tradizionali. Questo avviene mentre le difficoltà del governo sono sempre piu evidenti. Ieri al vertice informale dei Capi di Stato e di Governo svoltosi a Salisburgo l’Italia é lasciata sola, sia dai nostri partners tradizionali che dal gruppo di Visegrad.  Sulla Legge di Stabilità la confusione regna sovrana, mentre continuano a rincorrersi proposte diverse che si scontrano con la posizione del Ministro dell’Economia deciso a non abbandonare una linea di prudenza e di rigore nella gestione dei conti perché giustamente preoccupato dalla reazione dei mercati. E’ una linea che entra in rotta di collisione con gli interessi di bottega dei due partiti che hanno bisogno di dare seguito alle promesse con cui ha vinto le elezioni.  Ma siccome tutto ciò è incompatibile con la sostenibilità del nostro debito la discussione di queste ore riguarda l’individuazione delle “priorità” che comunque saranno attuate con gradualità. Da qui il sempre maggiore nervosismo dei 5 Stelle. Si rendono conto che in questi primi mesi di coabitazione, la Lega è cresciuta enormemente nei sondaggi, loro no invece,  e come sia  tutt’altro che fantasiosa l’ipotesi che all’indomani delle europee Salvini scelga la via delle elezioni e resusciti l’alleanza di centrodestra, pronta a tornare al governo del Paese.

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Ps. Questa situazione, potenzialmente, potrebbe essere favorevole ad una opposizione che nel frattempo avesse avuto la capacità di rinnovarsi, di riorganizzare il campo del centro sinistra e di presentarsi con facce nuove e programmi coerenti con i valori nei quali dichiara di riconoscersi, ma niente di tutto questo purtroppo è avvenuto. Se ad uno capita di accendere la tv continua a trovarsi di fronte il volto del plurisconfitto Matteo Renzi. Aveva dichiarato che in caso di sconfitta avrebbe abbandonato la politica. Ha perso la Liguria, l’Abruzzo, il Friuli e la Sicilia; ha perso  i Comuni di Roma, Torino, Genova, Siena, Arezzo, Grosseto, Livorno, Alessandria, Novara, Venezia, Nuoro, Pistoia, L’ Aquila e La Spezia ; ha perso il referendum costituzionale e, infine, ha perse le politiche ma é ancora con la pretesa di darci lezioni.

Wilmer Ronzani

 

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