Galleria Sabauda, un museo vale più di una mostra

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SABAUDA4SABAUDA5La Galleria evidenzia l’importanza dei musei troppo spesso trascurati in confronto alle tante mostre che attirano più facilmente fiumane di visitatori. Eppure è nel museo che ci si può fare una cultura vasta e approfondita mettendo a confronto epoche, stili e movimenti opposti o affini

 

La nuova riapertura della Galleria Sabauda facente parte del Polo Reale di Torino, grazie agli ampi spazi e al moderno allestimento rende felicemente agibile e fruibile la visita ai grandi capolavori dal 200 al 900; un insieme di artisti mozzafiato, basti pensare tra i tanti a Beato Angelico, Mantegna Van Eyck, Van Dych, Rubens, Rembrandt, Reni.

 

Oltre ad offrire un’ampia visione della bellezza, la Galleria evidenzia l’importanza dei musei troppo spesso trascurati in confronto alle tante mostre che attirano più facilmente fiumane di visitatori. Eppure è nel museo che ci si può fare una cultura vasta e approfondita mettendo a confronto epoche, stili e movimenti opposti o affini meditando sugli influssi che le opere del passato hanno esercitato sugli artisti. Lodevole, lo scorso anno è stata l’iniziativa “Sabauda in tour” nel prestare ad altri musei piemontesi opere della Galleria con l’effetto di attirare visitatori in luoghi meno conosciuti. Come nel museo di Casale dove l’esposizione de “Il Cristo porta croce al Calvario” opera del casalese Nicolò Musso ha ottenuto successo e ha fatto affluire in Pinacoteca e in Gipsoteca Bistolfi nuovi visitatori.

 

La scelta dell’opera del Musso era stata concordata dall’allora Assessorato alla Cultura casalese che pur allettato da firme più famose, aveva previsto l’effetto che questa avrebbe provocato se posta a fianco dell’autoritratto dell’artista caravaggesco proprietà del Museo Cittadino.In entrambe le opere si nota la straordinaria somiglianza tra i due visi, sicuramente autoritratti di Nicolò, che compaiono tra le tante figure evidenziando la suggestione del luminismo e del realismo di Caravaggio di cui Musso è stato, senza dimenticare Tanzio, il più grande seguace piemontese essendosi recato a Roma nel 1607 con alloggio a Campo Marzio in contrada Otto Cantoni proprio dove viveva Caravaggio.

 

Improbabile l’incontro col Merisi che nel 1606 era stato costretto a fuggire da Roma per rifugiarsi nella campagna romana protetto dai Colonna, sicuramente però Musso ne conobbe le opere, in particolare il “Martirio di San Matteo” da cui prende l’idea di dipingere il proprio viso che fa capolino nell’osservare pietoso l’episodio descritto. I casalesi che si recheranno in Galleria Sabauda troveranno la sorpresa di ammirare opere che prima erano in chiese della propria città come il “Battesimo del Grammorseo” nella chiesa francescana ormai scomparsa, la “Madonna con Bambino” di Gaudenzio Ferrari proveniente da Santa Maria di Piazza, la “Deposizione” del Francia di Sant’ Ilario e anche la parte centrale del trittico di Martino Spanzotti che all’origine si trovava a Serralunga di Crea.

 

(Foto: il Torinese)

 Giuliana Romano Bussola

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