REGIONE, AGRICOLTURA: LAVORATORI STAGIONALI, NUOVA LEGGE PER ACCOGLIENZA

Il Piemonte è la prima regione d’Italia ad aver approvato una legge per l’accoglienza dei braccianti agricoli stagionali. Le aziende agricole possono ospitare i lavoratori stagionali anche nei fabbricati che non sono censiti come residenziali. Lo prevede la legge approvata nel giugno del 2016. “Il provvedimento – spiega Paolo Allemano, consigliere regionale Pd e primo firmatario della norma – modifica la legge urbanistica regionale, consentendo agli imprenditori agricoli di recuperare strutture inutilizzate all’interno delle aziende agricole, fino ad un massimo di 200 metri quadri, per la sistemazione temporanea di salariati stagionali. Se i privati non riescono ad accogliere tutti gli stagionali,enti pubblici e/o associazioni convenzionate potranno allestire dei campi di accoglienza fino a 2 mila metri quadri, interventi per i quali la Regione sta per pubblicare un bando per contributi fino ad un massimo di 25 mila euro”. Una prima analisi sugli effetti della legge è fatta stata stamattina nel convegno “Lavoratori stagionali in agricoltura: dati e prospettive in Piemonte” organizzato dal gruppo regionale del Pd a Palazzo Lascaris, dove sono interventi l’assessore alla agricoltura delle Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, e il vice ministro all’agricoltura Andrea Olivero. “La stagione di raccolta, sia della frutta che dell’uva, – prosegue Allemano – ha spesso acceso i riflettori sullo scandalo dello sfruttamento dei lavoratori stranieri. La legge putroppo non risolve il problema del lavoro nero o del caporalato – prosegue Allemano – ma offre uno strumento facilitato per risolvere un problema non solo di organizzazione del lavoro ma anche sociale e umano”. Al convegno hanno partecipato anche la presidente della Coldiretti, Delia Revelli, il Sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni, e il referente del progetto “Saluzzo Migrante” della Caritas, Alessandro Armando. Secondo i dati offerti dal progetto della Caritas sono 649 i migranti registrati a Saluzzo, ai quali è stata offerta un’accoglienza differenziata sia nei Comuni limitrofi, o nei campi di accoglienza della Coldiretti oppure direttamente nelle aziende. “La legge era attesa e sta stando risultati – continua Allemano – rendere più dignitosa la presenza di questi lavoratori, rendendo così anche più semplice la convivenza. Dobbiamo ricordare – conclude – che parliamo di persone che svolgono un’indispensabile lavoro per l’agricoltura piemontese”.

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