Racconti di donne nelle fiabe arabe

A tu per tu con Samia Makholufi, autrice del libro “La figura femminile nella letteratura araba per l’infanzia” 

 

 Samia è una giovane donna nata a El Aiuon in Marocco. Vive dall’età di nove anni a Torino dove ha studiato e si è laureata in Lingue e Letteratura Straniere e Culture Moderne all’Università. Attualmente è iscritta al corso di Laurea Magistrale in Lingue per la Comunicazione Internazionale.  “Un incontro tra culture e generazioni” introduce così la serata Roberto Tricarico, l’eclettico padrone di casa, editorialista del Corriere Torino. “Samia- spiega la professoressa Giusi Tallone, ideatrice della serata- è una finestra sul mondo per la sua età, per la sua intelligenza, la sua apertura mentale e per la sua curiosità. E stasera è una vera opportunità conoscere Samia e il suo libro frutto dello studio universitario sul ruolo della donna raccontato nelle fiabe per i bambini nel mondo arabo”. 

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 E’ il momento di Samia Makholufi che si racconta così su invito di Roberto Tricarico: “All’Università ho scelto di studiare Lingue e come prima lingua l’arabo e spagnolo come seconda. Da quando ero molto piccola era ricorrente la domanda se conoscessi l’arabo. Ma io non lo sapevo nè leggere nè scrivere; così ho voluto approfondire la mia cultura d’origine e pubblicare la tesi di laurea. Il saggio inizia con la ricerca su che cosa siano la fiaba e i racconti per poi passare all’importanza del linguaggio fino ad analizzare gli ultimi testi pubblicati nei paesi arabi per i bambini dai sei ai dieci anni. Ho voluto esaminare i libri che vengono letti, sfogliati e toccati dai bimbi che saranno la generazione futura. Le fiabe sono sempre state un intrattenimento sia per gli adulti che per i bambini. Esse attraversano la storia, i popoli e le società.. e ciò che da ai racconti la forza di esistenza oggi come nel passato è la loro natura memetica: la capacità di comunicare con un linguaggio universale. Si evidenzia quindi l’importanza della parola che è fonte primaria per la collaborazione e la comunicazione tra gli individui. I racconti accendono la curiosità e la fantasia e fanno sognare ed immaginare un mondo utopico. Grande è il potere evocativo delle fiabe. I bambini vivono emozioni ed esperienze che si ripresenteranno nella vita”. Terminata la presentazione con interventi e domande dal pubblico abbiamo rivolto alcune domande a Samia.

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Perchè una ricerca sul mondo femminile nella letteratura araba per i bambini?

L’idea è stata quella di esaminare il ruolo della donna nei diversi paesi arabi. E capire il cambiamento in atto attraverso le fiabe perchè sono una chiave per leggere i mutamenti. I primi testi per bambini nel contesto arabo sono stati pubblicati in Egitto al Cairo e in Libano a Beirut per poi estendersi ad altri paesi. E’ molto utile capire che cosa leggono oggi i bambini, che cosa viene raccontato a loro quale idea possano farsi della figura femminile.

Quali fiabe hai letto da bambina? 

Le fiabe classiche occidentali “Biancaneve e i sette nani”, “Cappucetto Rosso”… ma quella che ho apprezzato di più è stata “La Bella e la Bestia” perchè va oltre il pregiudizio, questo racconto ci presenta la “Bestia” come essere prepotente e arrogante, anche un po’ cattivo, eppure Bella vede oltre le apparenze e scopre la bellezza interiore di Bestia.. bisogna fare come Bella andare oltre i pregiudizi… Mi sento di consigliare la lettura anche ai bambini di oggi, questa fiaba trasmette valori profondi. 

Kafka sostiene che: “non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe vengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia”. Cosa ne pensi?

Credo si possa leggere anche come il desiderio di riscattarsi dalle disuguaglianze nella società contemporanea sia essa occidentale o araba. E quindi se non tutte le fiabe sono a lieto fine hanno senz’altro un messaggio di positività che è quello di emanciparsi dal male e dalle sofferenze.

Come vedi oggi la donna nel mondo arabo?

Naturalmente non si può generalizzare. Ci sono differenze. Penso però che si lavori molto per i diritti delle donne. Certo non possiamo salutare come una conquista la possibilità per le donne di prendere la patente in Arabia Saudita. Ci sono resistenze culturali ma molto spesso sono il frutto di ignoranza e conoscenze superficiali della religione.

Visto che ne parli, come vivi l’Islam in un paese cattolico come l’Italia?

Lo vivo bene. C’è rispetto per i valori comuni che sono valori universali. 

Come valuti la tua vita da cittadina torinese?

La valuto bene. Sono stata fortunata. Ho incontrato nel mondo scolastico insegnanti bravissimi. Ho un atteggiamento mentale positivo. Ti aiuta a superare le difficoltà della vita.

Vuoi aggiungere altre considerazioni sulla tua vita?

Sento di appartenere alla comunità italiana senza perdere la mia identità araba. Convivono in me queste due anime. Non sono in conflitto tra loro. E anche ascoltando la musica è bellissimo sentire le parole italiane e quelle marocchine. E’ un messaggio di integrazione, di unione felice. 

A proposito di musica cosa chi ti piace ascoltare?

Ascolto l’algerino Chab Khaled perchè rappresenta una rivoluzione musicale importante per l’evoluzione della società moderna araba. Nelle sue canzoni si afferma la libertà, il diritto di parola, i diritti per l’uguaglianza. Valori che ritroviamo in questo genere musicale, il “rai” che significa “opinione” o “punto di vista”, dove gli artisti sono denominati con il solo nome preceduto dall’aggettivo giovane proprio per dare importanza e voce alla figura giovanile.

Con queste note concludiamo l’intervista e salutiamo Samia dal volto bello, radioso e sorridente incorniciato graziosamente dal classico foulard arabo.

Franco Maria Botta

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