Pernigotti e l’alimentare italiano

Lo shopping straniero dei prodotti e marchi dell’alimentare italiano va avanti da ameno trent’anni , senza sosta. Tanto per citarne alcuni: Barilla, Parmalat, Bertolli, Carapelli, Sasso, Star, Garofalo e ancora, il passaggio di mano, del 25 per cento della proprietà del riso Scotti dalla famiglia Pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods

Per restare in Piemonte, senza che nessuno se ne sia accorto, registriamo inoltre la vendita della catena di Gelaterie Torinesi Grom alla multinazionale Unilever e quella della Pernigotti, dal Gruppo Averna che deteneva l’intero capitale dell’azienda piemontese, al gruppo turco Toksoz. Praticamente, si vende il Made in Italy, ma casi di acquisto da parte italiana non ce ne sono. Del resto, non è che al Gruppo Ferrero Spa, sia mai venuto in mente di comprare qualche cioccolatino piemontese oppure qualche prodotto alimentare straniero. Speriamo che alla società albese non venga in mente di “cedersi” a mani straniere, come è già avvenuto, per altri gloriosi marchi. Torniamo al caso Pernigotti di cui si è parlato in Consiglio regionale Piemonte e alla Camera dei Deputati. In Piemonte c’è stato una proposta di Ordine del giorno dei consiglieri regionali Marco Botta e Gian Luca Vignale accettato all’unanimità a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio. “La Regione Piemonte, attraverso la finanziaria Finpiemonte, verificherà “la possibilità di acquisire dalla Toksoz il marchio Pernigotti, i suoi brevetti e lo stabilimento di Novi Ligure” e darà mandato a Finpiemonte “di individuare un soggetto che rilevi l’azienda e garantisca la produzione sul territorio piemontese”. Alla finanziaria regionale spetterà, infine, la definizione delle “clausole contrattuali a tutela della continuità aziendale in Piemonte e dei connessi livelli occupazionali. “A fronte –continuano Botta e Vignale- di aziende non europee che fanno shopping di aziende italiane con fondi dello stato a cui appartengono non è più possibile non mettere in campo misure straordinarie”. “Non è mai troppo tardi“, per citare una celebre trasmissione televisiva e ci auguriamo che il domani ci riservi meno amare sorprese, ma più speranza per le generazioni che verranno. Ovviamente, ci vorrebbe una determinazione a progredire che non avvertiamo.

Tommaso Lo Russo

 

 

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