Per le strade di Torino ci sono delle storie. In Piazza Statuto c’è Luigi

Puoi anche vivere in strada, ma se emani luce non puoi diventare invisibile

luigiA Torino c’è una piazza. In Piazza Statuto c’è un uomo. Luigi passa le mattine sotto i portici, vicino alla farmacia. Lui parla con i passeri, forse anche con le colombe. Sta lì seduto su uno sgabello basso, aspetta che il rumore del traffico si dissolva un po’, e poi fischietta un suono lieve e i passeri arrivano da soli o in piccoli gruppi e si posano sulla sua mano tesa verso l’aria. I passanti non ci credono: “Ma com’è possibile?”, dice qualcuno. E lui lo rifà. Prende fiato ed ecco una nuova chiamata per quei piccoli uccelli che si posano di nuovo sulla sua mano. “È successo da un giorno all’altro”, risponde.

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A dicembre a Torino fa freddo, ma non tutti gli uccelli migrano. Qualcuno ha deciso di restare: non importa quanto gelo o inquinamento ci sia, non si può sempre scappare a questo mondo. Luigi viene da Milano, ma da Milano è dovuto scappare dopo due brutte sventure. Una truffa e perde tutto, così va a vivere in Piazza Castello, fino a quando, una notte, un’aggressione gli spezza tre costole. E così migra a Torino, studia la città, si trova il suo angolo dove vorrebbe essere invisibile come tutti gli invisibili.

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Ma, in verità, lui è fin troppo visibile: c’è chi si ricorda che lui sa dipingere e aggiustare, c’è chi si ricorda di portargli il caffè o gli auguri durante le feste. “Facevo anche il pittore”, dice. Puoi anche vivere in strada, ma se emani luce non puoi diventare invisibile. A Torino c’è una piazza. In Piazza Statuto c’è un uomo. Luigi chiede l’elemosina e parla con i passeri a dicembre.

 

Elisa Speroni

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