PATRIZIA POLLIOTTO: “NEL MIO LIBRO LE TRUFFE AI VIP PIU’ FAMOSI”

Il noto Legale ha scritto un libro di grande successo curato dal giornalista Maurizio Scandurra 

Anche i Vip sono oggetto di truffe. Lo racconta il libro ‘La sola dei famosi’ – il cui titolo è una divertente parodia del nome di un noto reality show, scritto da Patrizia Polliotto. Uno tra gli avvocati italiani più famosi, che divide la propria brillante carriera tra incarichi al vertice in alcune fra le più importanti società italiane (è stata in ‘Compagnia di San Paolo’, nel gruppo ‘IREN’, nel gruppo ‘Finmeccanica’, attualmente in ‘Juventus’, ‘Igea Banca’, ‘Zucchi’, nel Cda del Fondo ‘Nb Aurora’ e nel Comitato Etico della Onlus ‘Costruire!’), e un’autentica passione nella difesa dei diritti dei più deboli: i consumatori italiani, cui questo libro è dedicato.  Un ricco vademecum che, attraverso il racconto degli imbrogli subiti dai personaggi famosi, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica a una corretta cultura del consumerismo. Il libro, infatti, è consigliato dall’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima e più antica associazione di categoria italiana, di cui l’Avvocato Polliotto presiede il Comitato Regionale del Piemonte. ‘La sola dei famosi’, curato dal giornalista Maurizio Scandurra, reca due prefazioni. “La prima è di Enrico Ruggeri, che racconta di una singolare disavventura occorsa a due sue zie campionesse di longevità: 91 e 94 anni ciascuna. Convocate entrambe in banca, a una di queste viene fatto sottoscrivere un piano di risparmio pluridecennale che, secondo quanto proposto, avrebbe fruttato denaro dopo almeno vent’anni, ad ampio superamento della soglia del secolo di vita. Pura follia“. Prosegue l’Avvocato Polliotto: “La seconda prefazione l’ha firmata la showgirl Simona Tagli. Narra di come più volte nel corso della carriera, a sua insaputa, impresari da strapazzo e senza scrupoli abbiano illecitamente reclamizzato la sua presenza in vari eventi di spettacolo, in nome di una non meglio precisata forma di beneficenza“, spiega Patrizia Polliotto.

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Nel libro, che raccoglie ben oltre 100 casi di truffe accadute ai vip, c’è anche il caso di “Mara Venier, e l’amata coppia Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Nel 1994, la signora della domenica fu vittima di un commercialista truffaldino che disonorava le tasse, intascando illecitamente il denaro versato dalla conduttrice. A seguito di quell’episodio fu varata la ‘Legge Venier’ n° 423 del 1995. Grazie a essa, il contribuente non può subire sanzioni tributarie di alcun genere se è dimostrato che la responsabilità dei fatti contestati è di una terza persona: in questo caso, del consulente. Appena un anno prima, stessa sorte era ingiustamente toccata a Sandra e Raimondo, che si videro frodare ben 316 milioni delle vecchie lire“, precisa l’autrice. E Red Canzian? Aveva cercato in passato un buon consiglio per investire bene i propri onesti risparmi. Cifre con parecchi zeri, raccolti in anni di onorata carriera artistica. Si rivolse così a un funzionario di una nota banca trentina che aveva fama di essere un vate della finanza, ma poi indagato per truffa. Nel frattempo, però, il denaro di Canzian sparì“.

Esistono numerosi casi legati anche “al cosiddetto furto d’identità, diffusosi con il dilagare di internet, che ha colpito il bel Gabriel Garko. Fu vittima di un delinquente che, spacciandosi per lui, abbordava sul web ragazzine dall’ormone impazzito e dallo spogliarello in webcam a dir poco facile“, aggiunge Patrizia Polliotto. E Belen Rodriguez? Fu ignara vittima di un raggiro da parte di ignoti che nel dicembre del 2011 avevano pubblicizzato un sito sul quale, al costo della modica cifra di 5 euro, si sarebbero potute vedere foto intime della nota showgirl. Ovviamente, una bufala“. Dalle truffe non è rimasta immune neanche Rita Dalla Chiesa. “Fu un vero scossone quello che fece tremare Forum il 28 marzo del 2011. Avanti al giudice togato della nota trasmissione apparve una signora – in tutto e per tutto una falsa litigante – dichiaratasi “terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa”. Pretendeva dal marito, avendo lei inscenato una finta causa di separazione, un contributo una tantum al posto degli alimenti per poter ricostruire la propria boutique, andata distrutta nel terribile sisma del 2009 che colpì l’Abruzzo e L’Aquila“.

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