Paradise Papers – Grimaldi, Sinistra Italiana: “erosione fiscale e profit shifting, qualcuno se ne vuole occupare?”

E’ finalmente uscito su L’Espresso online l’elenco completo degli italiani clienti di Appleby, la grande fabbrica di società anonime dalle Bermuda alle isole Cook, dopo che domenica scorsa Espresso e Report hanno rilevato i più eclatanti casi italiani coinvolti nei “Paradise Papers”, la recente inchiesta giornalistica internazionale firmata dallo stesso network dei Panama Papers.

La lista di italiani eccellenti, beneficiari di ricchi investimenti in società offshore, esentasse e anonime, con sede nell’arcipelago ormai vastissimo dei paradisi fiscali, è lunga, e include Silvio Berlusconi, le eredi del manager Camillo Crociani, il finanziere Andrea Bonomi, la famiglia Rovelli, i Legionari di Cristo. Ciò che emerge, soprattutto, è che le catena di controllo di società strategiche per il Paese è offshore, grazie a un’élite finora intoccabile che ha imparato a nascondere enormi ricchezze nei paradisi fiscali.

L’anno scorso i “Panama Papers” sono arrivati fin qui in Piemonte: il Nucleo Polizia Tributaria di Torino è stato incaricato dalla Procura di acquisire la lista ed esaminarla, in ordine alla presenza di 214.000 società schermo curate dallo studio “MOSSACK & FONSECA” con sede a Panama. I nomi di residenti in Piemonte citati nei documenti dello studio Mossack Fonseca sono più di cinquanta.

Dall’elenco apparso oggi sui Paradise Papers, sono otto i nomi di piemontesi coinvolti: imprenditori, manager, diplomatici. Varie sono le attività lecite e legalmente riconosciute in Italia da cui provengono: dal mondo dell’informatica ai super alcolici, dell’energia, al caffè, alla finanza. Saranno lecite anche le operazioni? Di questo, certamente, si occuperà la magistratura. C’è da attendersi e da augurarsi l’apertura di un’inchiesta gemella a quella derivata dai Panama Papers.

Non si tratta di casi isolati, ma semplicemente di quelli per ora emersi. Inoltre, come già rilevato da altre inchieste, spesso i nomi sono semplicemente “teste di legno” di altri imperi “economici e finanziari”.

“Non è certo una novità” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Marco Grimaldi: – “oltre la metà di tutti gli attivi bancari e un terzo dell’investimento diretto estero, effettuati dalle imprese multinazionali, vengono dirottati offshore. Proprio per questo, per noi il problema ora è un altro: i rapporti IRES sull’Irap mostrano un’evidente erosione dell’imponibile domestico relativo alla tassazione d’impresa, dipendente dalla localizzazione degli asset produttivi, ossia dal fenomeno del “profit shifting”. Qualcuno se ne vuole occupare?”

“La settimana scorsa abbiamo presentato un accesso agli atti per conoscere la situazione fiscale di tutti i piemontesi coinvolti nei Panama Papers. Oggi abbiamo chiesto di integrare la richiesta con l’aggiunta dei nomi che compaiono nei Paradise Papers. I Presidenti di Regione e il Parlamento però, invece che disquisire di autonomia fiscale e statuti speciali, pensino ad aprire una grande inchiesta sull’elusione e l’evasione attraverso una Commissione di indagine, e inizino a immaginare il cambiamento del nostro sistema di tassazione a partire dall’IRAP. Ci dicono che il problema è il costo della sanità pubblica, o la pensione a 67 anni, o la presenza di rifugiati e migranti, mentre c’è chi indisturbato porta i miliardi all’estero. I generatori di crisi beneficiano molto spesso di accordi, leggi o vuoti normativi, protezioni, per questo la politica non può delegare alla sola magistratura il compito di puntare il dito su di loro e sulle loro pratiche elusive.”

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