Paleocapa senza bastone respira a fatica tra le auto

paleocapa 

Per la data di inaugurazione si scelse un’occasione importante e quanto mai opportuna: le feste pubbliche organizzate per l’apertura della linea ferroviaria del Cenisio, progetto che Paleocapa aveva sostenuto fortemente e al quale aveva collaborato fin dagli studi preliminari

 

Bentornati al nostro consueto e immancabile appuntamento settimanale con Torino e le sue meraviglie. Quest’oggi cari amici lettori e lettrici, vorrei parlarvi dello scienziato e uomo politico Pietro Paleocopa e del monumento a lui dedicato. (Essepiesse)

 

Gli articoli precedenti sono pubblicati nell’archivio della rubrica ARTE

 

Situata al centro dell’omonima piazza, la statua ritrae Pietro Paleocapa come un uomo di pensiero e di scienza, più che di azione. Un “vecchio”seduto su una poltroncina con un bastone bianco in mano, dall’aria semplice, serena e meditativa mentre accavalla le gambe all’altezza delle caviglie. Pietro Paleocapa nacque nel bergamasco, precisamente a Nese, l’11 novembre del 1788 da una famiglia di antiche origini greche che si era trasferita nei domini della Serenissima (Stato Veneto) dopo la conquista ottomana di Creta (Candia) nel XVII secolo. Dopo gli studi in Legge e Matematica a Padova, proseguì la sua formazione all’Accademia Militare di Modena dedicandosi alla carriera militare come ufficiale del Regno Italico.

 

Dopo la caduta dell’impero di Napoleone si dedicò al Genio Civile nel corpo degli ingegneri di acque e strade a Venezia, dove cominciò un’importante carriera che lo portò a collaborare a grandi imprese ferroviarie e stradali anche all’estero. Nel 1849 si trasferì come esule a Torino dove venne eletto deputato e divenne ben presto, su proposta di Massimo D’Azeglio, Ministro dei Lavori Pubblici; ricoprì così nel corso degli anni che seguirono cariche importanti godendo anche di riconoscimenti a livello internazionale. Durante la sua amministrazione la rete ferroviaria del Piemonte così come le opere stradali giunsero ad una grande svolta: vennero infatti aperte la Torino-Alessandria-Genova e la Torino-Novara-Arona, mentre si fece anche promotore di due importanti progetti come il traforo del Cenisio (Fréjus) e il taglio dell’Istmo di Suez.

 

Nel corso degli anni un’oftalmia lo rese cieco ma questo non gli impedì di lavorare per altri dieci anni, durante i quali portò a compimento innumerevoli progetti. Morì a Torino il 13 febbraio 1869 e pochi giorni dopo la sua morte, Il Monitore delle Strade Ferrate e degli Interessi Materiali (un settimanale di “Lavori pubblici – Industria – Commercio – Finanza” edito a Torino tra Ottocento e Novecento), si fece promotore di una pubblica sottoscrizione per la realizzazione di un monumento a lui dedicato. Il desiderio di erigere un’opera che ricordi ai posteri la figura dell’insigne ingegnere si fece forte in molti lettori: l’appello in tutta Italia suscitò una risposta immediata e prima della fine del mese di febbraio, venne costituito il Comitato promotore per l’erezione di un monumento a Paleocapa.

 

Nel marzo del 1870, ad un anno dall’inizio della sottoscrizione, le somme depositate presso la Cassa della Direzione dell’Esercizio dell’Alta Italia raggiunsero un importo considerevole, tanto che il Comitato propose di realizzare non uno ma ben due monumenti: uno a Torino (per un ammontare di £.15.000) e l’altro più grande ed imponente a Venezia. L’opera venne commissionata direttamente ad Odoardo Tabacchi: non ci sono notizie circa un concorso per la scelta di un bozzetto, o il vaglio di più artisti. La statua che inizialmente lo ritraeva con un bastone da cieco in mano e di cui invece oggi è rimasto purtroppo solo un piccolo frammento sulla gamba, rappresenta una personalità di rilievo per le associazioni dei non vedenti.

 

Per la data di inaugurazione si scelse un’occasione importante e quanto mai opportuna: le feste pubbliche organizzate per l’apertura della linea ferroviaria del Cenisio, progetto che Paleocapa aveva sostenuto fortemente e al quale aveva collaborato fin dagli studi preliminari.  In occasione dell’inaugurazione, l’opera venne formalmente donata dal Comitato al Municipio di Torino. Riguardo alla piazza dove si erge la statua, bisogna ricordare che all’inizio del 1870 il Comitato Promotore del Monumento a Paleocapa propose alla Città di Torino di collocare “una statua con basamento” in piazza S. Quintino (oggi Paleocapa) ed incaricando di realizzare una statua simile a quella di Luigi Lagrange inaugurata nel 1867 nella piazza omonima.

 

Per simmetria urbana e morfologica il Comitato propose un impianto simile per le due piazze ed analogamente a piazza Lagrange, che prima della collocazione del monumento omonimo si chiamava Bonelli, anche piazza S. Quintino assunse dopo l’inaugurazione della statua di Pietro Paleocapa, il nome del monumento ospitato. Oggi piazza Paleocapa, così come anche piazza Lagrange, è un`area di parcheggio a raso in cui i posti auto sono disegnati fino in prossimità del monumento; la statua, anche se asfissiata dalla presenza delle auto, appare immersa in se stessa, isolata e lontana da ciò che accade intorno.

 

Anche per oggi la nostra piccola passeggiata per le vie della città è giunta al termine. L’appuntamento è come al solito per la prossima settimana alla scoperta di Torino, della sua storia e delle sue meraviglie.

 

(Foto: il Torinese)

 

Simona Pili Stella

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Strategie aeree sotto la Mole, Vittoria di Pirro per Caselle dopo la fuga di Ali-taglia

Articolo Successivo

Si continua a pattinare in piazza Carlo Alberto

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta