Le novelle "sora Cecioni" hanno invaso la città

cecioni valeri
tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
 
Requisito fondamentale un telefonino di nuovissima generazione e la voce altisonante e gracchiante. Con due obiettivi: fare durare a lungo la telefonata e dare più fastidio possibile. Nulla le può fermare. In strada portano a passeggio il cane. Si azzuffa con un altro cane? Continuano imperterrite. Devono pulire? Continuano. Le più esperte sono arrivate ad avere gli auricolari

Tutte diventate “Sora Cecioni”, la mitica Franca Valeri, in quella televisione in bianco e nero. Solo lei e un telefono finto con il ritratto della società italiana che comincia ad essere opulenta. Non sapeva cosa fare e faceva improbabili telefonate ad improbabili interlocutori. Ridevano. Ridevano e la telefonata si concludeva sempre con “scostumato”, lasciando intendere la non pazienza dell’interlocutore. Ironica e sottile comicità.

Ora no. Hanno invaso le nostre città, anche Torino. Assolutamente incuranti della nostra presenza. Requisito fondamentale un telefonino di nuovissima generazione e la voce altisonante e gracchiante. Con due obiettivi: fare durare a lungo la telefonata e dare più fastidio possibile. Nulla le può fermare. In strada portano a passeggio il cane. Si azzuffa con un altro cane? Continuano imperterrite. Devono pulire? Continuano. Le più esperte sono arrivate ad avere gli auricolari.

Auricolari che spariscono quando si tratta di guidare. Li’ il telefonino in una mano e con l’altra il resto. Un classico è sul tram . Generalmente bisticciato con qualcuno. Probabilmente il compagno o l’amica del cuore. Se sei attratto dal loro dire uno sguardo ti fulmina! Ti fai gli affari tuoi? La loro intimità è la tua negazione. Semplicemente gli dai fastidio e non tollerano essere sole. Hanno compassione per l’autista che deve fare il suo dovere portandole a destinazione.

Ora messaggi e internet  hanno facilitato la loro plurima comunicazione. Sarebbe solo un farsa se questi comportamenti non producessero incidenti anche con morti. Non c’è ora ironia: troppe volte la farsa è diventata tragedia.

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