Nel nome del popolo

Sul fatto che la Manifestazione pro Tav sia riuscita non ci sono dubbi. Agli incalliti del No a tutto non rimane che ululare alla luna disquisendo del dito e volutamente accorgersi che indica la luna piena. Ora si apre la fase due: referendum
Matteo Salvini risponderà con un vecchio slogan coniato da Enrico Berlinguer, la Lega partito di lotta e di governo. Paragone azzardato per i tempi e la distanza dei protagonisti . Chiaramente un paradosso che evidenzia  che qualcosa non funziona. I leghisti sono stati tirati per i capelli e obtorto collo hanno dovuto partecipare. Ma loro sanno che la cosiddetta commissione del Ministero è solo fuffa.  Nel mentre Luigi Di Maio straparla definendo scienziati i membri della commissione. In questa sua eterna competizione con Castelli e Toninelli su chi la dice più grossa. Loro imperturbabili continuano nel riempirsi la bocca di “noi parliamo in nome del Popolo”. Illudendosi ed illudendo. Ma loro non sanno, si sa. Altra cosa ( appunto ) sono i Leghisti, che  non si possono permettere di non sapere.  Sanno che il punto non è si Tav o No Tav ma se rescindere o non rescindere il contratto con l’ Europa o mantenere gli impegni . Insomma non c’ è partita e l’opera si finirà .Cari alternativi state perdendo tempo e la perdita di tempo avrà un costo che ogni italiano pagherà. Per il resto tutto ampiamente previsto. In piazza oltre a tanta gente anche tutte le forze politiche. A vario titolo sindaci e presidenti di Regione. Tutto il Nord e non solo. Confesso che questi manifestanti mi sono simpatici, ma non per si Tav. Seppure indirettamente fanno giustizia di una arbitraria definizione : parlare a nome del popolo. Arbitraria perché volutamente astratta e fuorviante e dunque solo e semplicemente ideologica buona per fare propaganda e non politica. Ricordi di studi universitari: il prof Alessandro Garrone, 1977. Non solo un prof ma un Guru del laicismo culturale politico di  formazione liberal democratica con chiare simpatie per Giuseppe Mazzini, scherzando sosteneva che l’espulsione di Mazzini dalla prima Internazionale era una delle poche cose che capiva degli adepti di Carlo Marx. Il padre del pensiero repubblicano italiano negava lo scontro di classe motivandolo (appunto) sulla inscindibilità del Popolo. Questo non può essere unico proprio perché formato da singoli e differenti individui portatori d interessi diversi. Altra cosa sono i cittadini? Il riferimento al risorgimento non è casuale. Come è stato importante ancorché simbolico ricordare Camillo Benso Conte di Cavour. Corsi e ricorsi della storia  di noi torinesi. Vero che il referendum è del tutto inutile sul piano pratico. Ora il consiglio regionale lo deve indire, almeno sarà palese che i cittadini votando massicciamente per il si dimostreranno che i No Tav sono solo quattro gatti. Altro che parlare a nome e per conto del popolo. A mala pena rappresentano se stessi, producendo infiniti danni che dovremo pagare noi, tutti gli italiani.
Patrizio Tosetto
(foto di Piero Chiariglione)
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