Il monito di Nosiglia: "Sacche di povertà invisibili o che non vogliamo vedere"

nosiglia e giovani

“Torino da sempre ha attenzione verso i più bisognosi – ha concluso così l’omelia l’arcivescovo – ma se accadono questi fatti significa che  ci sono sacche invisibili, o forse che noi non vogliamo vedere ma che dobbiamo illuminare

 

Attapirato o meno per la mancata consegna della berretta cardinalizia da parte di Papa Francesco, il capo della Chiesa torinese, mons. Cesare Nosiglia non ha perso la sua verve. Dopo l’invito natalizio ad invitare a cena un bisognoso e  i ripetuti strali contro la ricchezza ingiustificata, anche in occasione dell’Epifania l’arcivescovo ha voluto inviare un messaggio ai fedeli: “Sono i poveri che spaventano, perché da loro viene il rinnovamento e per mezzo di loro cambia la storia del mondo”. L’Ansa riporta  così la sintesi del monito dell’omelia per la messa dell’Epifania.

 

“I poveri hanno il potere di scardinare i poteri forti:  l’esempio più eclatante lo ha dato Francesco d’Assisi che si è fatto povero con i poveri, innestando nella storia quella forza del Vangelo che ha scardinato i poteri forti. Allora come oggi”. Il messaggio di Nosiglia è quanto mai attuale in tempo di crisi. Basti pensare che la Regione sta varando un piano contro la povertà e che a Torino si stima vivano circa 2000 clochard. Oltre alla quotidiana precarietà delle loro vite – spesso di persone che fino a poco tempo fa avevavno un loro stipendio e un loro lavoro – vanno registrati purtroppo anche i casi drammatici estremi, come quello del senzatetto che, per scaldarsi, ha acceso un fuoco su un vagone abbandonato nel deposito ferroviario del Lingotto ed è morto divorato dalle fiamme.

 

Gesti simbolici come quello della cena organizzata a Natale dal Banco Alimentare, durante la quale lo stesso arcivescovo, il sindaco Fassino e altre personalità hanno servito una cena stellata ai poveri sono senza dubbio segnali importanti. Ma i continui messaggi lanciati dalla curia sono il segno che l’emergenza povertà è davvero preoccupante.“Torino da sempre ha attenzione verso i più bisognosi – ha concluso così l’omelia l’arcivescovo – ma se accadono questi fatti significa che  ci sono sacche invisibili, o forse che noi non vogliamo vedere ma che dobbiamo illuminare. Non esistono poveri, stranieri o immigrati ma soltanto persone. E i poveri cambiano il mondo”.

 

 

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