“Miracolo” all’Abbadia di Stura

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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La gentilezza di Giorgia Widossava Scorza é pari alla sua intelligenza. Donna, vi assicuro, molto ma molto intelligente. Due incontri per 2 ore in cui ha pazientemente risposto “all’assalto” delle mie mille domande. Ove non si ricordava o non si sentiva sicura si riprometteva una verifica con la successiva mail di conferma e precisazione. Presidente dell’Associazione Abbadia di Stura i Templari Onlus. Dal 2014 interamente di proprietà della famiglia di  Franco e Maria Assunta   Rossi, comprata dagli eredi del pittore Gianni Zattarin. Giorgia è  laureata in scienze naturali matematiche e fisica e abbina la formazione culturale alla esperienza pratica. Insomma non c’ è mai una impostazione ideologica nell’ affrontare e risolvere i progetti lavorativi che si vogliono e si devono realizzare. Chiedo ripetutamente come é nato il progetto di riqualificazione dell’Abbadia di Stura e chi glielo fa fare di prendersi un onere cosi gravoso. Sia economico che come gran lavoro. Mi risponde preoccupata di non divagare. E nel rispondermi sul perché mi spiega come è possibile realizzare davvero le cose. Con una costante precisazione: non sono, non posso e non voglio essere la sola protagonista nel definire e realizzare il progetto. Innanzitutto la suocera. “Con un carattere fortemente  determinato e che mi ha spronato nel portare avanti il tutto. E la genialità di mio marito che vede oltre ideando il punto di arrivo. E poi ci sono io che rendo in pratica applicabile e credibile il percorso da realizzare”. Ha molto il senso dell’ insieme.
Sottolinea : non sarebbe possibile altrimenti.
Risorse economiche tutte vostre?
No. Ti posso dire ora ufficialmente che Banca Prossima (gruppo San Paolo) finanzierà in parte. 
E’ sufficiente ?
No. Il progetto è stato presentato anche a Fondazione Crt. Sono ottimista.
Facciamo un passo indietro: come é cominciata questa avventura?
La famiglia dei suoceri era proprietaria della Torre. Il resto del pittore. Non c’erano dei rapporti di buon vicinato. Si è anche andati per vie legali. Mia suocera ha avuto ragione.
E’ nato tutto da un bisticcio?
No. Da tante altre cose. Un amore per l’ Abbadia condiviso tra mia suocera ed il pittore. Entrambi volevano riportarla allo splendore di secoli fa. E non solo… Una medium, Libia Martinengo in una seduta spiritica ha incontrato l’anima del Priore che vagando senza pace continua nell’officiare messa. Non trovando pace fin tanto non tornerà l’Abbazia al culto. Patrizio sei scettico?
Un pochino. Ma siamo sempre a Torino, citta magica per eccellenza. Ma cosa c’entra nel contesto delle motivazioni?
La fede, mia suocera era molto credente. Con questa sua fede spronandomi e spronandoci ci ha dato anche la forza interiore.
 Momenti di scoramento?
Per ora no. Qualche stanchezza sicuramente. Direi che è umano. Ma non abbiamo più tempo. Si deve agire subito. Nel 2014 abbiamo trovato il manufatto gravemente lesionato. Internamente sembrava un magazzino di un rigattiere.
Altre complicanze?
Inquinamento ed urbanistica. I tir portano inquinamento oltre che grossi problemi di viabilità.
Allora siamo vicini al traguardo?
Non ancora. Anzi abbiamo appena cominciato. Abbiamo chiaro che cosa diventerà: un centro polivalente.
E le istituzioni locali vi appoggiano?
A parole sì. Speriamo anche coi fatti. Chiamparino ed Appendino sono informati e si sono detti entusiasti. 
Ti fidi?
Perché non dovrei? Confido anche in loro.
Le risorse pubbliche scarseggiano. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.  In queste due ore intense le sue risposte spaziano su tanti temi. Metodo d’analisi come metodo comportamentale, direi una vera e propria filosofia di vita. Precisa sempre i vari ruoli svolti dai singoli. Per lei indispensabili nell’insieme.Dopo due ore ho imparato.Ascoltando ho imparato. Anche per questo il reportage sull’Abbadia di Stura non finisce qui. Siamo solo alla prima puntata.Cercheremo di seguire le evoluzioni raccontando come si é arrivati a questo stato dei lavori.  Filosofia e cultura, i protagonisti che hanno reso possibile un sogno. Non ci resta che augurarle buon lavoro. Sicuramente, lei e i suoi collaboratori non hanno bisogno di essere ulteriormente spronati. Negli occhi di Giorgia Sforza ho letto e capito la determinazione necessaria.A volte le utopie diventano fatti concreti. E il sogno diventa realtà. 
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