Megolo ‘ 44: un segno che non si usura col tempo

megolo 21Domenica 12 febbraio si celebra il 73° anniversario della battaglia di Megolo. Ad Omegna, per  ricordare i dodici partigiani che caddero il 13 febbraio del 1944 sull’altura del Cortavolo, interverrà Elvira Pajetta. Megolo è stata il simbolo dell’unità ritrovata degli italiani contro il fascismo e il nazismo. Il primo episodio di paietta elvirascontro in campo aperto, per necessità e per scelta, tra i partigiani ed i tedeschi affiancati dalle brigate nere. Tra le balze e i boschi di castagno sopra l’abitato di Megolo, caddero in quel freddo febbraio del ‘44 uomini con idee politiche diverse e di diversa estrazione sociale, animati da un desiderio che li accomunava: dar vita ad  un progetto di riscatto della dignità nazionale. Un progetto che passava attraverso la Resistenza al fascismo ed il  bisogno di riconquistare il bene più prezioso e per troppo tempo negato: la libertà. Libertà di costruire una democrazia nuova, di sviluppare un progetto di società più giusta, di coltivare un’idea di paese che non fosse più “ammanettato” dalla tirannide. Il segno indelebile della tragica vicenda del “capitano” Filippo Maria Beltrami e dei suoi undici compagni,  è racchiuso lì. Ed è un segno che non si usura col tempo.

Marco Travaglini

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