L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Claudia Durastanti   “La straniera”   -La nave di Teseo-   euro 18,00
 
E’ una sorta di romanzo-memoir l’ultimo libro della giovane scrittrice Claudia Durastanti, nata a Brooklyn nel 1984, scrittrice e traduttrice, che ha esordito nel 2010 con il romanzo “Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra”. Da allora la sua carriera nella patrie lettere è stata in continua ascesa. “La straniera” è la sua 4° opera, in gran parte autobiografica, perché anche lei come la protagonista è figlia di genitori non udenti, emigrata da Brooklyn in un paesino lucano. Figlia, nipote e pronipote di migranti, la Durastanti, narra un po’ la storia del suo albero genealogico in cui soprattutto le antenate italo-americane confluiscono nella figura della straniera. Una famiglia sui generis con forti dosi di fascino perché ingloba concetti come espatrio, viaggio, migrazione, ma anche vita ai margini, stranezze e comportamenti borderline. Diversità fisica e senso di estraneità attraversano le vite dei suoi genitori, entrambi sordi, che hanno imbastito un matrimonio tra il passionale e il rancoroso, finito con il divorzio nel 1990. Da allora non si parlano quasi più, ma entrambi raccontano il loro primo incontro sostenendo di aver salvato la vita all’altro. Chi dei due la racconti giusta è un rebus. Però parte proprio di lì l’indagine della scrittrice, che rimanda spesso al film di Jane Campion “Lezioni di piano”, pellicola che l’aveva particolarmente affascinata. Anche lei e la madre si erano trasferite in una nuova comunità, non proprio le spettacolari spiagge della Nuova Zelanda, ma un paesino sperduto della Basilicata. La protagonista del film era un’enigmatica e affascinante pianista muta, mentre la madre della Durastanti parlava fin troppo, non amava usare la lingua dei segni ed esprimeva il suo talento nella pittura. Una donna coraggiosa che a 34 anni, dopo la separazione, decide di lasciare l’America e Brooklyn, e con i due figli ancora piccoli percorre una rotta emigratoria al contrario. Figura complessa e irrequieta che difficilmente si integra nell’ideale femminile imperante nel meridione. Personaggio da scoprire a poco a poco attraverso la narrazione della figlia che ripercorre così anche la sua atipica educazione sentimentale poliglotta; tra ostacoli e perenne ruolo di straniera che però l’hanno resa più forte e addestrata a saper mettere radici ovunque nel mondo.
 
 
Gioconda Belli   “Le febbri   della memoria”   -Feltrinelli-   euro 18,00
 
Poetessa, scrittrice e giornalista, nata a Managua nel 1948, Gioconda Belli ha esordito nel 1988 con il best seller “La donna abitata” e da allora ha raccontato storie di stampo femminista. Ora per la prima volta si mette nei panni di un uomo, di più…in quelli di un suo misterioso antenato di cui ricostruisce l’avventurosa vita nell’800. Tutto ha inizio con la scoperta fortuita di un corposo manoscritto di 480 fogli di carta da pacchi, nascosto in un’antica scatola di latta, rinvenuta durante i lavori di demolizione della casa di sua nonna Graciela a Matagalpa. In quelle pagine c’è la storia del suo avo: il Duca francese Charles Choiseul de Praslin, Pari di Francia, accusato di aver ucciso la moglie e rocambolescamente scappato dalla Parigi post rivoluzionaria del 1847. Ha fatto credere a tutti di essersi ucciso ed ha lasciato per sempre dietro di sé 9 figli e un’ingente patrimonio. Nella sua precipitosa fuga sull’isola di Wight, accompagnato da un fedele servitore, trova rifugio per un po’, sotto mentite spoglie. Riparte da zero, cambia nome, diventa Georges Desmoulins e si reinventa un passato, apprende i rudimenti della medicina e stringe amicizia con il poeta Alfred Tennyson. Questo però è solo il suo primo temporaneo scalo. Lidi ben più lontani lo attendono e forse è questa la parte più affascinante della storia. Si imbarcherà per New York dove va alla ricerca di Henriette, l’istitutrice dei suoi figli con cui aveva imbastito una storia di adulterio che l’aveva danneggiato non poco. La scova, l’affronta e chiarisce una volta per tutte la dinamica dell’omicidio della moglie. Chiude un capitolo doloroso della sua vita e poi guarda altrove. Fra gli incontri che farà il più interessante e strategico è quello con un personaggio del calibro del Commodoro Cornelius Vanderbilt, magnate energico e geniale che trasformava in oro tutto ciò che sfiorava. (Curiosità. A Newport in America si può visitare “The Breakers”, l’imponente dimora estiva costruita dai Vanderbilt, in stile rinascimentale italiano. Sfarzo e ricchezza dell’età d’oro di fine 800 che lascia senza fiato). Ed ecco che Charles afferra al volo una seconda chance nel selvaggio Nicaragua, dove il governo dava concessioni sulle terre ai nuovi arrivati europei che guardavano al Nuovo Mondo come speranza di futuro. Nella zona di Matagalpa nascono così le nuove colonie e il protagonista trova finalmente il suo definitivo approdo, iniziando una nuova vita che vi appassionerete a scoprire. E’ da lì che arriva una delle nonne della scrittrice che ci ha regalato 300 pagine indimenticabili, tra rocambolesca saga familiare e romanzo storico.
 
 
 
Rachel Cusk   “Transiti”   -Einaudi-   euro 17,00
 
Questo è il secondo libro (dopo “Resoconto”) della trilogia della scrittrice Rachel Cusk , nata in Canada nel 1967, ma inglese di adozione, che vive tra Londra e la contea di Norfolk. Dopo gli studi a Oxford ha esordito a soli 26 anni con “Saving Agnes” con cui ha vinto il Whitbread Awards, poi tra i suoi romanzi tradotti in italiano “Arlington Park” e   “Le variazioni Bradshaw”. In “Transiti”, secondo tassello della sua trilogia, mette a punto la narrazione “aperta” in cui più personaggi che “transitano” nella vita della protagonista si raccontano mettendo a nudo le loro vite. Il filo che lega il tutto è la voce narrante di una scrittrice separata da poco, che compra una disastrata casa londinese e la ristruttura. L’appartamento è la porzione di un’antica dimora vittoriana divisa in due, e lei si trova a dover fare i conti con gli altri inquilini. Una coppia di anziani coniugi incattiviti nei confronti del mondo, che la odiano, la insultano, lasciano cadere a pezzi la casa e il giardino ..e soprattutto non sopportano il minimo rumore. Il racconto inizia con i lavori di insonorizzazione dei pavimenti…ed è l’inizio di un collage di personaggi vari e diversissimi tra loro che magari compaiono una volta sola. Ecco allora un mosaico fatto di tanti frammenti, una sequenza di dialoghi tendenti al monologo in cui le persone incontrate dalla protagonista raccontano le loro vite e stigmate. Dalla storia del muratore polacco avvolto dalla nostalgia per il suo paese a quella del cugino Lawrence che ha lasciato la moglie per un’altra. Spesso dietro alle traiettorie di vita si annidano traumi infantili, rotture   in famiglia e tanti altri spaccati di vita che la Cusk racconta in modo magnifico.
 
 

 
 
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