Leggere, tradurre, amare Virginia Woolf

Alla GAM di Torino incontro con Nadia Fusini, fra le più acute traduttrici dell’opera della scrittrice inglese

Fra le più grandi scrittrici e intellettuali inglesi del Novecento, ancora oggi icona indiscussa di quell’“orgoglio femminile” espresso in totale libertà culturale e ideologica nei suoi romanzi di maggior successo – da “Una stanza tutta per se’” a “Mrs Dalloway” e a “Orlando” – a Virginia Woolf (Londra, 1882 – Rodmell, 1941) è dedicato il primo degli incontri inseriti nel progetto “Diari tra Diari”, ideato dall’artista Maria Morganti nell’ambito del programma triennale di “residenza per artisti” , organizzato dalla GAM di Torino in collaborazione con la “Fondazione Spinola Banna per l’Arte” e realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo. L’appuntamento è per mercoledì 13 febbraio, a partire dalle ore 18, presso la GAM (ingresso libero, fino ad esaurimento posti, tel. 011/4429518), in via Magenta 31, a Torino. A condurci, con saggia competenza e accorata passione, lungo i sentieri tortuosi dell’opera letteraria, del libero pensiero (“Potete bloccare tutte le librerie se volete ma non c’è un cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”) e di una vita tormentata e tempestosa quale fu quella di Virginia Woolf, conclusasi tragicamente con il suicidio nelle acque del fiume Ouse, nelle campagne dello Yorkshire, sarà Nadia Fusini, scrittrice, docente, critica letteraria e fra i grandi traduttori – insieme a Jorge Luis Borges, Marguerite Yourcenar e, in Italia, Giulia Niccolai e Cristina Campo – della scrittrice inglese, tradotta in tutto il mondo, in oltre 50 lingue. “Quella che vi racconterò – sottolinea la Fusini – è prima di tutto la storia di un incontro e di un’amicizia. Il mio primo incontro con Virginia Woolf si perde nell’aurora dell’adolescenza”.   Galeotto, il romanzo “Flush, vita di un cane”, pubblicato nel 1933, in cui la Woolf racconta la vita della poetessa inglese Elizabeth Barret Browning, attraverso l’ottica e la storia del suo cane, un cocker spaniel dal pelo fulvo, di nome Flush, per l’appunto. “Quando lessi quel libro – ancora la Fusini – me ne innamorai. Non della poetessa; del cane e di Virginia Woolf. Da allora in poi, con questa scrittrice ho intrattenuto via via relazioni le più diverse, le più intime, le più rispettose, le più gelose, le più possessive”. E di questo Nadia Fusini (toscana, di Orbetello) parlerà nell’incontro alla GAM. Nadia Fusini  insegna Letteratura Inglese e Letterature Comparate presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dopo aver insegnato Critica e Filologia Shakespeariana per anni all’Università La Sapienza di Roma. Ha tradotto e commentato molti grandi autori, tra cui Virginia Woolf (Premio Mondello 1995 per la traduzione di “Le onde”), John Keats, Shakespeare, Samuel Beckett, Mary Shelley, Wallace Stevens (Premio Achille Marazza 1996 per la traduzione di “Aurora d’autunno”). Tra gli importanti studi dedicati a Virginia Woolf si segnalano in particolare le “Opere” nell’edizione Meridiani Mondadori (1998) e “Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf” (Mondadori 2006), tradotto in varie lingue. Sull’identità e il femminile si ricordano: “La luminosa. Genealogia di Fedra” (Feltrinelli 1988); “Uomini e donne. Una fratellanza inquieta” (Donzelli 1995); “Nomi. Dieci scritture femminili” (Donzelli 1996); “Donne fatali. Ofelia, Desdemona, Cleopatra” (Bulzoni 2005).Della sua fortunata produzione narrativa: “La bocca più di tutto mi piaceva” (Donzelli 1996 e Mondadori 2004); “Lo specchio di Elisabetta” (Mondadori 2004); “L’amore necessario” (Mondadori 2008). Sempre per Mondadori ha pubblicato nel 2010 “Di vita si muore. Lo spettacolo delle passioni nel teatro di Shakespeare”. Per Einaudi, “Hannah e le altre” (2013) e “Vivere nella Tempesta” (2016). Per Mondadori è appena uscito anche il “Meridiano” su John Keats a sua cura.

g.m.

 

Nelle foto
– Virginia Woolf
– Nadia Fusini
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