Lega/5 stelle, opposizione inutile?

di Giorgio Merlo

Come da copione, qualunque governo che nasce nel nostro paese e’ di norma accompagnato dalla grancassa mediatica della esaltazione preventiva. Quasi a prescindere. E così sarà anche questa volta. Anzi, il copione è già iniziato e il Governo deve addirittura ancora essere formato. Non oso immaginare cosa capiterà di fronte alle prime misure demagogiche e di pura facciata che saranno assunte nei prossimi mesi. Quindi, e’ bene non farsi condizionare dalle polemicucce puerili ed infantili sul “curriculum” del futuro Presidente del Consiglio dei ministri. Detto questo, credo che uno dei nodi politici decisivi in questa fase sia quello di sapere come si comporterà la minoranza o l’opposizione. E, quando parlo dell’opposizione, parlo evidentemente di quel che resta del centro sinistra. Anche perché stento a definire partiti di opposizione al Governo realtà che sono saldamente alleati con uno dei due azionisti. Mi riferisco a Forza Italia e a Fratelli d’Italia. Certo, fingo di non sapere ciò che si legge in questi giorni su quasi tutti i giornali. E cioè, un eventuale nuovo partito di Renzi in combutta con quella parte di Forza Italia che non si farà tentare dalle sirene leghiste. Mi fermo all’esistente. E l’esistente, appunto, ci offre uno squarcio poco rassicurante sulla qualità della opposizione condotta contro una maggioranza che probabilmente sarà un misto di destra sociale, sinistra assistenzialista e destra politica.

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E quindi difficilmente catalogabile secondo i vecchi schemi che abbiamo conosciuto e sperimentato sino al voto del 4 marzo, cioè il centro destra che si contrapponeva, per modo di dire, al centro sinistra. Ora il panorama è cambiato. E profondamente. Due partiti del cartello del centro destra formalmente non appoggeranno il Governo ma mantengono in piedi – governando insieme le principali regioni italiane e moltissimi comuni – la coalizione di centro destra. Il Pd, ormai, fa notizia solo per la “guerra per bande” che lo caratterizza mentre Leu e’ semplicemente scomparsa dai radar. Ecco perché, di fronte ad un Governo espresso da una maggioranza che, almeno sulla carta, segna una netta discontinuità politica rispetto alla storia democratica del nostro paese, non sapere quale possa essere l’opposizione che sarà messa in campo non è una notizia di buon auspicio per le forze riformiste italiane. Almeno su un punto, che non è affatto secondario ai fini della dialettica politica democratica. E cioè, esiste oggi la forza politica, culturale e programmatica per essere realmente alternativi alla cosiddetta alleanza giallo/verde? Ovvero, esiste un progetto politico – al di là delle chiacchiere e della propaganda – capace di essere percepito come reale prospettiva politica alternativa al sovranismo, al nazionalismo, al populismo e all’antieuropeismo? Senza una risposta chiara, seria e coerente a questa semplice ma complessa domanda, il centro sinistra rischia realmente una progressiva e silenziosa estinzione.

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