La lunga serie di incidenti nel breve percorso di Chiara

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto

Forse se Chiara si sforza un po’ riesce a raggiungere la sua amica e collega Raggi.  Sia ben chiaro, l’avviso di garanzia non equivale ad una condanna. Ma viene naturale pensare che quando i grillini erano all’ opposizione chiedevano le immediate dismissioni dell’ indagato. Noi non ci sentiamo così Savonarola nel chiederlo. Lasciamo a Beppe Grillo le vesti dell’ incorruttibile.  Semmai ci preoccupiamo della prima cittadina dei torinesi, visto che  voci di corridoio sostengono si senta  molto stressata e troppo sotto pressione. Anzi siamo dispiaciuti per la persona, ma essere sindaco ha oneri ed onori. L’ultimo episodio ha  un indubbio valore politico e Chiara avrà il non bel primato di aver  in poco tempo inanellato  così tanti insuccessi. C’è dell’ altro. Dalle alghe ai mercatini di Natale è stato un susseguirsi di figuracce. Per non parlare di cosa sta succedendo, anzi non sta succedendo, negli uffici comunali. Predisposizione di poche delibere e poi bandi molto confusi, scritti male e contestati al Tar. Ma lei va avanti come un treno, incurante. Noi continuiamo nel fare domande. Ad

esempio:  perché il direttore dell’ Sport è più volte cambiato? Mi risulta che metà degli impianti sportivi sia in disuso o gestito da società che non hanno rinnovato i vecchi contratti.  L’ annunciato giro di vite per il parcheggio selvaggio si è stemperato in una bolla di sapone.

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 E poi arriviamo alla perfezione dell’ incapacità. Aumento del permesso di parcheggio per i residenti in centro. Motivazione: abbiamo bisogno di soldi.  Risultato finale: meno incassi perché non viene rinnovato il tutto.  E quando le comunicano che il Comune ha un mare di debiti verso le sue controllate ha quasi un mancamento. Duro, Chiara, fare la Sindachessa di Torino. Poi non riesce nel tenere a freno i suoi Montanari ne è un campione.  Per  creare nuovi posti di lavoro si schiera contro il G 7 e con i no Tav. Ma il massimo raggiunto dal mondo pentastellato torinese è del consigliere di quartiere che dopo l’omicidio al Suk sostiene orgogliosamente: tutto sotto controllo.
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Ma, cara Chiara Appendino, anche lei sa perfettamente che nulla è sotto controllo. Non si è stupita quando l’Unione Industriale le ha chiesto perché si è rifiutata di fare il G7 nella nostra città . Non vi preoccupate: il turismo si sta sviluppando. Le si è fatto presente che con la decrescita  non si creano posti di lavoro. E lei ha risposto con un dignitoso silenzio. Rimane una sola e unica domanda: reggerà la città i colpi inferti dai suoi errori? Non penso proprio che ce la farà per altri tre anni. Incontro tanti che hanno il rimorso di averla votata e (addirittura) il rimpianto di Piero Fassino. Se e ma non fanno storia ed è impossibile tornare indietro. Come detto non chiediamo le sue dimissioni. Ma le ricordiamo che non è stato il dottore ad ordinarle di fare il Sindaco. Mi perdoni, Sindachessa.  Pensi al bene di Torino tirando le somme dei suoi errori.
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