La “Dolce Vita” torinese di Francesca F. Fellini

Sulla scia dei numerosi eventi curati da Marcel Melis , Visual Merchandiser di Allegroitalia, mercoledì 17 Maggio arriva a Torino  “L’Apericena Felliniano “. All’evento, voluto da Melis anche in occasione del suo compleanno,  saranno presenti noti marchi della Città  e, tra i grandi ospiti Francesca Fabbri Fellini, nipote del celebre Federico e  musa della serata che vede tra i numerosi partners anche il comitato Torinese dell’Unicef. Mercoledì 17 Maggio, dalle 20, Via dell’Arcivescovado 18.

 

Il Torinese, in occasione dell’evento curato da Marcel Melis e ospitato da Allegroitalia, ha incontrato Francesca Fabbri Fellini ultima erede per Dna, del regista, in quanto figlia della sorella. Lei è l’Ambasciatrice nel mondo dell’opera del Maestro Federico Fellini, poeta visionario che tutti ci invidiano, l’Uomo dai 5 Oscar. Francesca, attraverso un breve ritratto di se’ , ci ha raccontato il rapporto che la lega tutt’ora allo zio ‘Chicco’ (come lei lo chiama) e alle sue opere. Il suo motto era: “L’unico vero realista è il visionario”. Parlando della sua fama riusciva a dire: “Felliniano: avevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo”. Oggi per me donna che si occupa di comunicazione, che si nutre di immagini e sogni, mio zio resta una fonte inesauribile di meraviglia. Con lui ho passato molto tempo a tavola. Era un buongustaio: un gourmet della vita e della buona tavola. Anche zia ‘Getta’ era una gran gourmet e per il suo Federicone cucinava sempre quantità industriali di minestrone, tagliatelle al ragù, e di pollo alla diavola. A lui e a mia madre, Maria Maddalena ho dedicato un ricettario di ricordi e di piatti della tradizione romagnola, un ‘Amarcord’ a tavola di casa Fellini, dal titolo: ‘A tavola con Fellini – Ricette da Oscar della sorella Maddalena’. Non ho mai chiesto niente, eccetto un consiglio a 19 anni a cena a Roma, al ristorante dalla ‘Cesarina’: quale strada intraprendere nella vita. Per la mia innata e incontinente curiosità mi consigliò di laurearmi in lingue e di imparare molto bene ad usare il computer che avrebbe fatto la differenza e poi diventare una giornalista. Ho seguito il suo consiglio.Mi sono laureata in lingue e oggi sono una giornalista professionista con esperienze radio televisive. Il mio primo contratto di scrittura con Mamma Rai, l’ho firmato nel lontano 1987. La trasmissione nella fascia oraria del mattino, si chiamava ‘Muoviamoci’, su Rai Due, condotta da Sidney Rome e le 180 puntate le abbiamo registrate dalla storica sede Rai di via Verdi a Torino a due passi dalla Mole. Il mio motto: “Se puoi sognarlo puoi farlo”.

 

 

Francesca, qual e’ il tuo rapporto con Torino e cosa ami ritrovare quando fai tappa in Città ?

 

Torino ha segnato la ‘tappa di partenza’ della mia indipendenza. A 22 anni ho cominciato a mantenermi,vivendo da sola, facendo il lavoro che amavo fare che è quello di raggiungere più persone possibili attraverso un media: televisione,radio non importa. Torino è una città d’arte bellissima, secondo me,una delle più belle d’Italia.Purtroppo ancora troppo sottovalutata nelle mete turistiche. Una città industriale. Il volto di Torino è cambiato in meglio dai Giochi Olimpici invernali del 2006,com’è sotto gli occhi di tutti. Un appuntamento che non può mancare nelle mie visite a Torino è allo storico Caffè Bicerin, in piazza della Consolata con due cari amici di famiglia che adoro, la coppia composta da Giulia e Giuseppe Peyrano.

 

 

Un consiglio per chi visita Torino per la prima volta, cosa non deve perdersi e perché no, un consiglio anche ai torinesi che vogliono riscoprire un insolito lato della propria città’

 

Per quanto riguarda i musei questi 3 sono i miei preferiti: Egizio,(il più importante al mondo dopo quello del Cairo,recentemente ha avuto un restyling) Cinema,(magico) Automobile (estremamente scenografico). Un giro delle piazze da Piazza Castello a Piazza San Carlo. Salire sulla punta della Mole Antonelliana oggi sede del Museo nazionale del Cinema. Visitare almeno una delle residenze sabaude,la Reggia di Venaria per esempio. Ai torinesi consiglio di farsi una bella gita salendo alla Basilica di Superga   con la ‘dentiera’, lo storico trenino a cremagliera che loro conoscono bene, poi rientrando in città ritrovare l’atmosfera di un tempo in uno degli storici caffè per una bella cioccolata…dove il tempo si è fermato

 

 

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