Jungla urbana di rapine e coltelli nel villaggio olimpico

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Le palazzine nelle quali alloggiano i rifugiati della prima emergenza Africa sono luogo di tafferugli e scontri tra residenti

 

L’episodio dei tre bulli, giovani rapinatori italiani che avevano aggredito i passanti sulla passerella dell’arco olimpico e poi sono stati beccati dai carabinieri, grazie al fatto che erano amici tra di loro su facebook, è solo la punta dell’iceberg del clima di degrado e violenza che si respira nella zona dell’ex villaggio olimpico. Le palazzine nelle quali alloggiano i rifugiati della prima emergenza Africa sono luogo quotidiano di tafferugli e scontri tra residenti.

 

I condomini, ormai fatiscenti seppur risalenti solo al 2006 (ma come li hanno costruiti?) sono teatro di guerriglia urbana costante tra chi vi abita, persone per lo più provenienti da paesi nord e centrafricani. Ci sono occupanti che subaffittano stanze per 200 o 300 euro al mese, e si sospetta che – oltre agli episodi violenti da jungla metropolitana – si pratichi anche lo spaccio di droga. Se ne è discusso in Consiglio comunale in più occasioni e il caso dei due senegalesi che si sono accoltellati l’altro giorno è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gli abitanti della zona sono preoccupati, così come i rifugiati per bene che hanno il terrore di vivere lì.

 

I fasti olimpici sono un lontano ricordo anche per le arcate del Moi che si trovano da tempo in completo stato di abbandono. Ora, però, il rilancio delle volte vicine al Lingotto potrà realizzarsi. Il Comune ha dato il via libera alla valorizzazione del complesso architettonico. I privati avranno la possibilità – a fronte di un canone di locazione annuale di 209 mila euro – di ospitare le proprie attività culturali e commerciali. Tra le manifestazioni di interesse anche quella dell’Asi, il registro delle auto storiche che potrebbe organizzare una esposizione di veicoli d’epoca.

 

Almeno questo sarebbe un segnale di recupero della zona.

 

(Foto: il Torinese)

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