In attesa del voto mentre Laus il lucano studia da sindaco di Torino

Per il Presidente del Consiglio Conte è tutto sotto controllo.  Qualche stropicciamento con il suo sottosegretario Giorgetti che non si presenta al Consiglio dei Ministri, ma tutto rimane nell’ ambito della normalità. Rinviano tutto dopo alcune ore a notte fonda, mi sembra la prima volta nella storia della nostra Repubblica. Ma c’è sempre una prima volta. Ed impassibile rincara la dose: dureremo altri 4 anni. Eppure aveva detto: se non hanno fiducia nel sottoscritto lo dicano.  Detto, fatto. Giorgetti non presentandosi glielo ha detto. Probabilmente non gli basta e desidera una mail sulla sua posta certificata. Matteo Salvini è pronto, dopo le elezioni, se per caso lui e la Meloni raggiungono o lambiscono il 40%. Elezioni anticipate colpa della irresponsabilità dei grillini.  Con Grillo silente che ammette: stavolta l’ho proprio combinata grossa. Il nostro novello Woody Allen. Prendi i soldi e scappa, lasciando il cerino in mano a Giggino che stupito dice: perché Matteo non mi parla più? Rambo (Salvini) è fuori dai fogli. Prima con i magistrati che con una furbata gli fanno sbarcare l’ ennesima barca di migranti. Pure il Papa ci si mette nel dirgli che non ci si comporta cosi.  E adesso Giggino è incontenibile con i suoi no. Comunque è in difficoltà giacché anche lui deve aggiungere che andranno avanti ancora 4 anni. Unica certezza è che se parli con i militanti pentastellati dicono mai più con i Leghisti e se parli con i Leghisti, mai più con i pentastellati.
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La stabilità e’ un’ altra cosa. Ma questo Pd non riesce ad inserirsi.  In verità Zingaretti ce  la mette tutta, e anche il Chiampa.  Parola d’ ordine: voto disgiunto. Il Sergio piemontese gira anche in bici da solo a Torino.   Matteo Salvini indirettamente lo vuole aiutare, con il voto leghista che  ha bloccato la Tav.  Ma è uno specchietto per le allodole.  Si può dire tutto ma non che il Matteo sia succube dei pentastellati.  In questi casi si ricorda che lui è milanese e ai Piemontesi gliela fa sudare.  Il Chiampa-Tom Cruise della politica – Missione impossibile non molla. Il Chiampa è empatico. Poi tutto ma proprio tutto il centro sinistra ha un solo grido rivolto agli altri: voto disgiunto, voto disgiunto. Sembra che stia facendo breccia persino nei pentastellati. Noi siamo tagliati fuori, dicono. Meglio  il piemontese che il Matteo rambo lombardo. E sono scatenati i candidati del PD: Salizzoni e Valle si contendono il primo posto. Il secondo, consigliere uscente, voleva essere il candidato del rinnovamento e  ha incassato l’ appoggio di Mauro Laus, uscito malconcio dal congresso ma sempre in pista. Astro nascente a Roma non dimentico delle sue origini lucane e delle sue fortune professionali in Piemonte grazie alla coop Rear, invisa a molta sinistra per i suoi metodi lavorativi. Roma vuol anche dire Lotti e Lotti vuol dire il Toscanaccio Matteo Renzi. Ma sì,  proprio lui che non molla e non mollerà mai. Con buona pace di Zingaretti il Toscanaccio continua nel controllare il gruppo PD alla Camera e al Senato. Nella vita come in politica non si fa nulla per nulla.  E la cambiale che vuole incassare Laus è presto detta: candidatura a Sindaco di Torino. Il giovane emigrato si prende la sua rivincita morale ed anche un po’  politica.  Torino non è più quella di una volta. Nobile decaduta ma pur sempre di nobili origini. Mancherebbero due anni alle amministrative.  Ma Appendino non ce  la fa più.
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Dopo le elezioni, secondo i risultati , l’ effetto domino è assicurato. E per ora i pizzicati in mezzo continuano ad essere i pentastellati. Anche se, diciamocela tutta, per Matteo Salvini non è bastata la scomunica del Papa.  Il decreto sicurezza non è passato. E Luigi di Maio sorridente scuote la testa: scusami Matteo, mi manda Mattarella.  Al Presidente della Repubblica è impossibile dire di no.  Anzi è proprio controproducente. Puoi anche innalzare le icone di tutti ma il decreto non va così come é stato congegnato. Conte sale al Colle . Caro Mattarella, che si fa con Rambo? Con la sua proverbiale calma l’ avrà rincuorato. “Quello che dovevo e soprattutto potevo fare l’ho fatto. Per il resto tocca a voi”. E’ nello stile di Mattarella puntualizzare i rispettivi ruoli. Non si scappa. Sarà banale ma questa si chiama democrazia e la maggioranza si fa con il 51 %. E poi, diciamocelo, Salvini non è l’unico nel centrodestra.  Sono scatenati anche i Fratelli d Italia.  Fatta la campagna acquisti a man bassa in Forza Italia avranno probabilmente Roberto Rosso consigliere e perché no assessore.  Lui limiti non se ne pone. Dare Forza Italia fuori dai giochi è sbagliato.  Andrea Tronzano c’era e ci sarà. Grande lavoratore sempre sul pezzo. Dunque non bisogna dare tutto per scontato anche in casa del centro destra. Sicuramente il voto sarà oggetto di analisi in particolare per chi studia flussi elettorali. Ma si divertiranno i politologi  a sbizzarrirsi in analisi e controanalisi. Con l’effetto domino ne vedremo delle belle in tutti gli schieramenti politici.
Patrizio Tosetto
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