Immigrazione e catto-comunismo alla lucchese

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Oggi nel corso di un’animata discussione sul fenomeno dell’immigrazione senza controllo di cui l’Italia è vittima,mi sono dovuto” scaldare” animatamente  per difendere il buon senso e i rudimenti più elementari della politica , malgrado il 35 gradi percepiti. Sono a Lucca, città di solida cultura politica e di amici  accademici che sono il fiore all’occhiello delle Università di Pisa e di Firenze.Ma Lucca e ‘  anche pervasa da quello che volgarmente si chiama il catto – comunismo e che ha avuto nel toscano don Milani il suo esponente più illustre. Ebbene ,di fronte a circa mezzo milione di sbarcati ,c’è ancora incredibilmente  gente  colta che li considera una risorsa per il paese come il vecchio Bertinotti e il meno vecchio Boeri. E ‘ la stessa gente che ritiene un dovere morale accogliere tutti , senza contare che gli Stati sono tenuti all’etica  della responsabilità e non  a quella dolciastra dei buoni principi religiosi che odorano di incenso. Sono gli stessi che non distinguono, come fa il

presidente Macron, tra rifugiati e immigrati economici che sono la maggioranza di quelli che arrivano. Noi abbiamo centinaia di migliaia di gente che vaga in Italia senza essere mai stata identificata o che vive a spese nostre , senza lavorare anche perché il lavoro manca anche per gli Italiani. Il tutto e’ complicato dal fatto della religione islamica e del pericolo che gli estremisti religiosi rappresentano : il terrorismo islamista o islamico e’ sempre in agguato,anche se l’Isis venisse sconfitta militarmente. Il professore lucchese contro cui mi sono accalorato, era di quelli  che dieci anni fa definivano l’immigrazione un fatto epocale ,ineludibile. Una fiumana umana che, con un qualche imbarazzo buonista,  definiva sottovoce simile  alle invasioni barbariche dei territori dell’ impero romano in disfacimento. Gli ho ricordato quella frase,mentre mangiavamo una minestra di farro lucchese che forse gli e’ rimasta  indigesta .E gli ho aggiunto ,riprendendo il suo ragionamento , che allora l’Italia è in disfacimento perché Spagna,Inghilterra  , Francia ,Germania, Austria ecc. non si rassegnano ai flussi epocali e ineludibili.A Ventimiglia ,tanto per citare un esempio,le frontiere sono chiuse e la città e’ invasa di emigrati. Solo Minniti ha incominciato a capire che ci sono anche i diritti di chi accoglie,oltre a quelli degli accolti che non possono cancellare i primi . Ma cinque anni di debolezza acquiescente  e di svendita dei confini nazionali e  dei diritti dei porti italiani all’Europa ,in cambio di qualche mancia,  hanno reso tutto difficile.L’aver “liberato ” la Libia da Gheddafi ha fatto il resto. Certi politici andrebbero  allontanati per manifesta incapacità e forse persino  processati  per alto tradimento.  Ed ho aggiunto al collega con cui parlavo -riferendomi ai continui appelli del Papa per ” l’accoglienza a prescindere ” -che,come diceva Machiavelli ,il principe,cioè lo statista (non il politicante mediocre e pavido) deve sapere anche  dannarsi l’anima, pur di difendere lo Stato. Pochi,di fronte all’idea delle fiamme dell’inferno,speciale col caldo di fine luglio,hanno la capacità di essere machiavelliani , quasi tutti restano i soliti machiavellici che barattano una poltrona di potere,ignorando i loro doveri verso lo Stato e i suoi cittadini,tornati sudditi,  come ai tempi del Machiavelli, di tanti principini corrotti e incapaci.

 

quaglieni@gmail.com

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