Il trucco c’è e si vede

Sono infinite le promesse miracolose che ci confondono quando dobbiamo comprare uno shampoo, una crema antirughe o una anticellulite. Pubblicità e strategie di marketing ci promettono meraviglie e finiamo per smarrirci tra dubbi e aspettative esagerate.

Ora possiamo orientarci meglio perché abbiamo una bussola in più: il libro ″Il trucco c’è e si vede″ (Chiarelettere) della biotecnologa e divulgatrice scientifica Beatrice Mautino che lo presenta al Circolo dei lettori di Torino (Via Bogino 9) lunedì 5 febbraio alle ore 18. L’autrice è un’autentica esperta: biotecnologa, giornalista e divulgatrice scientifica, cura anche la rubrica di successo“La ceretta di Occam” su “Le Scienze” dove…curiosità, le scrivono anche tantissimi uomini per chiedere consigli. Ci siamo fatte aiutare da lei per sfatare alcuni inganni, a partire dai falsi allarmi sui Parabeni: «Sono dei conservanti che impediscono ai cosmetici di essere invasi da batteri e muffe. Sono stati scoperti negli anni 20 e da allora li abbiamo usati senza problemi. E’ nel 2004 che un pool di scienziati inglesi ha lanciato l’allarme sostenendo che sarebbero cancerogeni perché rilevati nelle cellule tumorali di donne con cancro al seno. Negli anni sono stati fatti altri studi, quei dati sono stati messi alla prova e smentiti, i parabeni sono stati riabilitati, ma ormai il danno era fatto.

Oggi, anche se gli organismi regolatori europei e americani stabiliscono che sono sicuri, la diffidenza è rimasta e siamo circondati da prodotti “senza parabeni”, complice anche il marketing. Ma allora i prodotti paraben free deperiscono prima?

No perché non è possibile fare prodotti senza conservanti (con l’eccezione di prodotti particolarissimi, per esempio alcuni shampoo senza acqua); semplicemente si chiamano in un altro modo …

Come possiamo   difenderci dai falsi allarmismi?

Statisticamente la maggior parte sono infondati. Poi non siamo sole di fronte a cose che non possiamo controllare: c’è chi vigila ed è molto intransigente. Il sistema di sicurezza europeo che monitorizza i nostri cosmetici è il più severo al mondo ed ha una legislazione molto più rigida di quella americana. Enti e consigli scientifici rivedono periodicamente tutti gli studi e la letteratura scientifica, valutano regolarmente di volta in volta se ritirare prodotti dal mercato o autorizzarne di nuovi. Più che cercare in rete possiamo imparare a individuare una fonte attendibile, come un’associazione di consumatori, e la stessa Unione Europea fa circolare fogli informativi scritti in modo che tutti possano capire.

Cosa dobbiamo sapere invece dei prodotti cruelty free?

«Dal 2009 in Europa è severamente vietato fare esperimenti sugli animali per i cosmetici finiti e i loro ingredienti ed è anche vietato importare dall’estero prodotti testati su di loro. Quindi oggi tutti i prodotti cosmetici su suolo europeo sono rigorosamente cruelty free. Esistono ancora i bollini con i famosi coniglietti e non si capisce bene perché»

Dove finisce la cosmesi e inizia la farmaceutica?

«Sono due mondi separati con regolamentazioni completamente diverse. Per definizione legale un cosmetico non può essere curativo di malattie, ma non può nemmeno risolvere definitivamente problemi di rughe o cellulite. Mettiamoci l’animo in pace perché tutt’al più è un prodotto che migliora l’aspetto e serve a prendersi cura del proprio corpo. La sicurezza stabilita dagli organi di controllo è garantita e vale per tutti, che si compri al discount o in profumeria. Le creme vendute dal farmacista rispondono semplicemente a una scelta di posizionamento e di tipo commerciale diversa: sono rivolte al target specifico di chi preferisce acquistare lì i suoi prodotti. C’è poi la Cosmoceutica, ancora poco definita e fatta di prodotti cosmetici, inclusi principi attivi che viaggiano al confine tra i due mondi».

Il prezzo di un prodotto ne garantisce l’efficacia?

«Una crema da 10 euro non equivale a una da 200, ma il prezzo incide sul nostro cervello. Lo dimostra un esperimento fatto sulla percezione dei consumatori e che in medicina si chiama effetto placebo. A un gruppo di donne è stata fatta provare una crema del supermercato ma spacciata come costosissima e famosa…risultato? Hanno detto di aver ottenuto risultati superiori rispetto a quelli di creme più economiche. Insomma: se un prodotto costa molto, siamo portati ad attribuirgli caratteristiche migliori rispetto a uno di basso costo. Non tutti i prodotti sono uguali, ci sono quelli fatti bene e quelli fatti male e il punto è che il prezzo non è un indicatore della qualità. Piuttosto è definito da fattori come investimento, pubblicità, testimonial e packaging. Il consiglio è fate delle prove e poi acquistate il prodotto con cui vi siete trovate meglio».

Cosa è efficace contro la cellulite?

«Cominciamo col dire che non è una malattia come vogliono farci credere, ma una condizione fisiologica che assilla 9 donne su 10, spiacevole ma normale. Lo afferma uno studio scientifico uscito 40 anni fa che ha messo un punto fermo. Non essendo una patologia   non può essere curata e i prodotti anticellulite sono cosmetici e non farmaci (poi ci sono anche quelli ma è un’ altra storia). In realtà le creme funzionano indipendentemente da quello che contengono (caffeina o altro); determinante è massaggiarle bene per creare un po’ di ricircolo, ma è sempre e solo un miglioramento apparente e temporaneo. Le tecniche proposte dagli studi medici ed estetici fanno qualcosa in più, ma non è definitivo».

L’acqua micellare che va tanto di moda, fa meraviglie?

«Fa quello che promette: strucca, leva residui di grasso e sporco dalla pelle e ha un nome che richiama il mondo scientifico. Ma dal punto di vista chimico altro non è che acqua e sapone un po’ diluito; solo che detto così non affascina e venderebbe di meno. Il nome è una scelta di marketing vincente perché oggi tutti la vogliono: fa il suo dovere ed è onesta, non certo miracolosa».

Come orientarci nella scelta dello shampoo visto che in commercio ce n’è di tutti i tipi?

«La parola d’ordine è proteggere i capelli. In realtà molte diciture delle confezioni di shampoo (germe di grano, olio eccezionale direttamente dai paesi più esotici,ecc.) non ci dicono nulla di utile e quegli ingredienti finiscono nello scarico della doccia. Dobbiamo capire che tipo di capello abbiamo e sapere che è fondamentale usare uno shampoo che lavi bene con tensioattivi che eliminino lo sporco ma non aggressivi, se sono sottili magari ricorrere a un balsamo volumizzante. E via così».

Per difenderci dal sole quali Filtri solari dobbiamo scegliere?

«L’ideale sarebbe stare al sole meno possibile, fa male non solo a chi ha la carnagione chiara e può causare tumori. Ma, senza arrivare a tanto, ci basti ricordare che favorisce la comparsa delle rughe perché danneggia l’impalcatura dell’epidermide. Dato che evitarlo del tutto non è proprio possibile e neanche lo vorremmo, allora armiamoci di una protezione solare adatta al nostro fototipo: pelle diafana 50, olivastra 30. Al di sotto è comunque sconsigliato andare perché le protezioni solari filtrano solo una parte dei raggi nemici: e non è che la 30 valga quasi metà della 50, bensì molto meno. Poi una cosa che non facciamo mai è metterla in proporzione adeguata: una persona alta tra 1 metro e 60, 1,70, dovrebbe spalmarne 30 grammi su tutto il corpo: equivalgono a circa un sesto del flacone che è tantissimo».

La battaglia contro i peli?

«La depilazione che si fa con il rasoio o la crema depilatoria toglie solo la parte esterna e non intacca il bulbo; invece l’epilazione con la ceretta toglie anche quello. Quindi, ceretta vince su rasoio, dura di più e agisce maggiormente in profondità. L’evoluzione di queste tecniche sono la depilazione laser e la luce pulsata, che funzionano anche bene e permettono l’eliminazione del nemico per tempi più lunghi, addirittura anni… ma non li debellano in modo definitivo».

 

Laura Goria

 

 

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