Il passaggio generazionale dei beni

La gestione e il passaggio dei beni familiari dai genitori ai figli, a congiunti o altri, rappresenta sempre un momento estremamente delicato nella vita di una persona ed è bene affidarsi a un esperto, in questo caso un notaio. “Ci sono diversi strumenti che possono essere adatti a garantire il passaggio generazionale dei beni familiari – spiega il notaio torinese   Remo Morone – e ogni progetto va valutato a sé stante, in relazione al tipo di beni, se immobiliari o finanziari, e al tipo di famiglia in cui si deve attuare il passaggio, se semplice (costituita dalla coppia genitoriale e da un solo figlio) o complessa (costituita da figli di matrimoni precedenti o da più fratelli). Mi permetta la metafora del sarto: il notaio è un po’ come il sarto che confeziona l’abito su misura al cliente e noi aiutiamo il cliente a scegliere il “vestito” più adatto a lui, vale a dire la soluzione migliore per la sua situazione personale e familiare, valutando sia gli aspetti fiscali e civilistici, sia quelli altrettanto, se non più importanti, umani e psicologici”.

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“Nelle situazioni più semplici – prosegue il dottor Remo Morone – suggeriamo di fare almeno testamento: è uno strumento prezioso, che diventa quasi indispensabile quando la legge non riconosce il diritto all’eredità come nel caso del convivente alla morte del compagno. Qualche volta si suggerisce, però, di anticipare il passaggio generazionale dei beni, utilizzando lo strumento della donazione, evitando di pagare sui beni imposte che, sicuramente per la successione, negli anni a venire sono destinate con molta probabilità aumentare, adeguandosi ai valori europei. L’Italia, infatti, rappresenta un unicum europeo, una sorta di “paradiso fiscale” per le donazioni e alcuni tipi di successioni, mentre in Germania le imposte, in linea di principio, si aggirano sul 30 per cento, in Inghilterra si attestano sul 40 e in Francia sul 45 per cento”. “Per i beni immobiliari – aggiunge Remo Morone – nei casi più semplici consigliamo la donazione con riserva di usufrutto o con la riserva di disporre. Si pagano subito le tasse di donazione, con l’aliquota e la base imponibile del valore catastale attuale, ma si evitano le imposte di successione; ci sarà solo un consolidamento, quasi gratuito, con un sensibile vantaggio per i beneficiari della donazione. Con la riserva di usufrutto il disponente mantiene la possibilità di godere del bene immobiliare, abitandolo o potendolo affittare, proprio come se fosse ancora suo; con la riserva di disporre, inoltre, il disponente può   ritornare in possesso del bene, nel caso cambino le circostanze presenti al momento della donazione (per esempio nel caso compaia la necessità economica di vendere il bene o nel caso in cui il beneficiario assuma, in virtù dei beni ricevuti in donazione, una condotta libertina o che faccia comunque presumere al disponente un tenore di vita eccessivamente dispendioso)”. “Per quanto riguarda le disponibilità finanziarie – conclude il notaio Remo Morone – la donazione è un istituto che viene poi spesso impiegato dai genitori verso i figli che non potrebbero permettersi il tenore di vita che conducono e che viene invece così giustificato pienamente, soprattutto dal punto di vista fiscale. Spesso sono proprio gli stranieri che vivono in Italia i più attenti in materia e quelli che sottoscrivono più volentieri questo tipo di atto presso il notaio”.

 

Mara Martellotta

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Dott. Remo Morone, notaio presso lo Studio Notarile Morone in Torino

r.morone@studiomorone.it

www.studiomorone.it

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