Il grande basket visto dalla curva: FIAT Torino – Pesaro

La partita dalle due facce è già stata raccontata dalle cronache dei giornali ed è per questo che su queste righe non torneremo a parlarne. Ma ci si può soffermare ampiamente sui visi dei giocatori che per tutta la partita non hanno mai avuto “paura”, anche quando la situazione sembrava persa, e forse, in altri anni, sarebbe potuto accadere, ma questa volta sembra che la FIAT Torino sia costruita con un buon cemento.“Washington, grazie di esistere”, sorride dicendo Silvana che di Deron è tifosa ma oggettivamente è stato uno dei perni della giornata vittoriosa.

La partita vista dalla curva è un continuo crescere di altalenanti emozioni, in cui però anche i tifosi più critici non si sono sconfortati credendo e poi vedendo esauditi i loro pensieri di vittoria. Il pubblico è in sintonia con le emozioni del gruppo. Anche se la crescita del livello sembra consolidarsi piano piano, sicuramente non si è ancora abituati al livello alto del campionato ma tutti si stanno ancor più lentamente posizionando sul livello superiore attendendo un “ambiente di classifica” adatto al pubblico che la città di Torino merita.L’intensità della partita sembra avere bisogno di una svolta emotiva, in certe circostanze, e l’anima della svolta almeno in questa prima parte dell’anno, sembra essere Sasha Vujacic, che non perde occasione di incitare il pubblico che gli risponde come se da sempre fosse un beniamino della curva. Si potrebbe dire che non bisogna mai svegliare il can che dorme, ma svegliare un lupo…non è sicuramente qualcosa di tatticamente “geniale”.

 

Questa è una partita diversa “dove finalmente si comincia a vedere il lavoro di Banchi, e sembra proprio che la FIAT Torino abbia un gioco che non si vedeva negli altri anni, con passaggi e aiuti difensivi, dove oltretutto è tornato a giocare alla grande il nostro Washington”, dice Sabrina.

Il bello di Torino è che a turno giocatori diversi realizzano prestazioni ottime e quando serve convergono verso il miglior risultato per la squadra. Di sicuro ci sono le colonne sulle quali si deve contare “quasi dandole per scontate”, Mbakwe, Garrett, Patterson lo sono. Elemento Star Sasha Vujacic, elementi solidi pronti e garantiti Washington, Jones, Iannuzzi, Mazzola e il giovanissimo Okeke. Finalmente un lampo in alcuni minuti di capitan Poeta che, se ritrovato, darà un prezioso contributo al campionato di livello di Torino. “Torino sta raggiungendo una maturità di livello impensabile negli altri anni, e se continuerà in questo modo si potrà avere la giusta soddisfazione dell’attesa di questi ultimi due campionati”, il commento di Roberto dalla curva.

Le voci fuori campo, di coloro con cui ho parlato ma che hanno solo dato sprazzi dei loro pensieri, riguardano la consapevolezza che quest’anno Torino sembra costruita veramente bene, e il tifo per la squadra sta salendo.

Sicuramente salgono coreografie e colori nella curva che sembra sempre più un componente aggiunto alla carica agonistica che i ragazzi mettono in campo. A volte perdiamo la consapevolezza dell’età di chi gioca, e “nell’arena” i campioni non hanno alcuna data di nascita, ma chi è giovane si avvantaggia della carica positiva che la curva può elargire e Torino si dimostra compatta al massimo quando si tratta di fornire quel “turbo” in più che può permettere di salire in alto. Al momento i “super schiaccioni” con urla o meno dei vari Polonara e Mika non hanno fatto altro che dare una carica al contrario, e questo è un qualcosa che gli avversari dovrebbero tenere in considerazione quando verranno a Torino. Il giocatore, quello con la giusta “garra” agonistica, non risponde con le parole ma con i fatti e, al momento, Torino sembra aver trovato le contromisure giuste a questa situazione.

“Speriamo che sia solo l’inizio”, il commento di un tifoso tornato da lontano per vedere l’Auxilium.

E credo proprio che possa esserlo, a patto che il lavoro continui con questi ritmi e che la crescita sia nel verso giusto di sempre maggiore duttilità nei cambi e nelle responsabilità di chiunque entri in campo. Torino ha davanti a sé un lungo cammino, ed è per questo che la distribuzione delle forze e delle energie sarà un lavoro indispensabile.

Paolo Michieletto

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