Il futuro del Regina Margherita infuoca la politica

Articolato dibattito durante il Consiglio di martedì 29 gennaio sul nuovo Parco della Salute di Torino e l’ipotesi di chiusura del Regina Margherita e possibile taglio dei posti letto, come denunciato dalle opposizioni

Ipotesi smentita dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta: “Abbiamo assistito in questi giorni a interpretazioni faziose e non vere. Voglio quindi chiarire che non ci saranno assolutamente riduzioni di posti letto o di servizi. Al momento i posti letto realmente utilizzati nella Città della Salute sono 1900. Come dice lo stesso studio di fattibilità, il futuro Parco della Salute avrà 1490 posti letto, 1040 nel nuovo progetto più 450 nel Cto che sarà potenziato. Gli altri posti letto saranno tutti destinati agli altri ospedali dell’area torinese, che saranno così rafforzati: separare l’alta dalla media-bassa complessità significa valorizzarle entrambe e offrire servizi migliori. Per quanto riguarda il Regina Margherita, attualmente ci sono 286 posti, quelli realmente utilizzati sono 190. Nello studio di fattibilità del Parco della Salute i posti letto sono 140. I 50 posti letto in meno verranno recuperati metà al CTO e metà all’ospedale Martini, che entro due anni avrà 50 posti letto in più”.

Dura presa di posizione da parte del M5S con i consiglieri Giorgio BertolaGianpaolo Andrissi e Davide Bono: “Sabato 2 febbraio alle 15 saremo in piazza Castello davanti alla Regione Piemonte per difendere il polo ospedaliero materno infantile di Torino. Noi non siamo contro la scienza, ma forse qualcuno di voi è contro la matematica. Oggi la Città della Salute ha 2.200 posti letto e il progetto di Parco della Salute ne prevede invece solo 1.490. I posti letto del pediatrico certificati dal ministero sono 280. Come mai in un mese siamo passati da 280 a 190? Su questa vicenda abbiamo ricevuto centinaia di messaggi allarmati di cittadini e dei sindacati dei medici e degli infermieri, che non sono esattamente vicini ai Cinquestelle. Chiediamo che i posti letto vengano rivisti arrivando almeno a 1821, cioè quanto sancito dalla programmazione regionale nel 2014, spendendo 80 milioni di euro in più da reperire attraverso il Fondo Nazionale per l’edilizia sanitaria incrementato da questo Governo”.

Ferma anche la reazione di Gianluca Vignale (Mns): “Se parliamo di qualità di servizi, vi invito ad andare un giorno a caso in un pronto soccorso, vi renderete conto di quale grande enfasi ed empatia avete trasmesso. Abbiamo recentemente audito i medici del Regina Margherita e uno di loro ha detto chiaramente che il piano prevede la sparizione di questo ospedale, salvo il trasferimento di qualche modulo, facendoci tornare indietro di parecchi anni. Avete scritto esplicitamente nel piano che ci sarà un padiglione di 90 posti letto, più altri 50 al Sant’Anna e così si arriva a 140. Il nuovo ospedale riduce i posti letto senza modificare la Dgr 1-600 sul dimensionamento sanitario che prevede 1821 posti letto. Avete ragionato sulla scatola e non su quello che sarebbe avvenuto. Per noi gli ospedali monospecialistici devono essere mantenuti, come spiegheremo ai cittadini piemontesi che non possono portare i figli al Regina Margherita se non per gravi patologie?”.

In difesa del progetto si è schierato il capogruppo Pd, Domenico Ravetti, con i colleghi Paolo AllemanoDomenico Rossi e Valentina Caputo: “Ho sentito parlare solo di posti letto. Ci viene detto che questi sono uno dei tantissimi indicatori rispetto al futuro degli ospedali. Il 52% degli italiani preferisce un ospedale in cui trovare tutte le specializzazioni. Il nostro obiettivo è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande, che vuole realizzare un Parco della Salute alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute. La politica è bene quando discute e dibatte ma restiamo nel merito, senza utilizzare in modo distorto parti dello studio di fattibilità per resistenze di sapore tutto elettorale”.

A nome del gruppo Forza Italia è intervenuto Andrea Tronzano, che ha recentemente promosso una petizione online: ”Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a esso la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo

Per Marco Grimaldi (Leu): “L’importanza di mantenere un policlinico multispecialistico dedicato alla pediatria rimane la modalità migliore per gestire patologie complesse in pazienti particolari, che richiedono personale formato e specializzato in tal senso. Mantenere le molteplici eccellenze attualmente presenti richiede un numero adeguato di posti letto, forse al momento sottostimato. Ridurre i posti per acuti senza prima intervenire sulla riorganizzazione della rete della post-acuzie rischia di vanificare un’operazione di per sé meritoria e creare tensioni sociali. Allo stesso modo non è percorribile l’ipotesi, avanzata dalle destre e dai 5 stelle, di mantenere il Materno-Infantile che farebbe saltare l’intero progetto, per l’ennesima volta. È invece il momento di aprire un grande dibattito pubblico. Eccellenza non significa solo alta complessità. Solo aumentando i pediatri di base e i posti letto di pediatria e neonatologia in tutti gli ospedali hub come il Giovanni Bosco, si può sostenere una rivoluzione che dal Parco della Salute coinvolgerà tutto il territorio”.

“Tenere il progetto della Città della Salute fuori dalla campagna elettorale” è l’invito del presidente della Giunta Sergio Chiamparino, intervenuto durante il dibattito. “Sarebbe un segno di rispetto per la nostra comunità medica quello di fare in modo che si sapesse che, chiunque vinca la campagna elettorale, il progetto della Città della Salute viene portato avanti. Temo però che così non sia. È cinico chi usa la fake news che si chiude il Regina Margherita per spaventare le mamme. Se su questo progetto si sono persi quasi vent’anni è perché hanno sempre vinto i particolarismi, che non sono utili per guardare al futuro. Troppo tempo è stato perso per un progetto che è strategico per migliorare le cure e anche per creare un polo importante sotto il profilo economico”.

“Questa mattina – ha dichiarato Roberto Ravello (Fdi) – è emerso in modo inequivocabile che non c’è stata alcuna notizia fasulla, le fake news lamentate dal presidente Chiamparino non esistono. Esiste un taglio di circa 1.000 posti letto a livello regionale, si cui 821 sul solo bacino torinese. All’interno di questi numeri su cui abbiamo già lanciato un grido d’allarme oltre un anno fa, troviamo il taglio dei 2/3 dei posti letto della pediatria del Regina Margherita. Siamo assolutamente a favore del nuovo Parco della Salute, ma riteniamo che un taglio così elevato del numero dei posti letto sia immotivato e vada ben oltre l’ammodernamento e lo sviluppo delle tecniche medico-ospedaliere. La realtà è ben diversa e oggi certifichiamo ufficialmente il fallimento della politica sanitaria di Chiamparino e Saitta: questa Giunta verrà ricordata per aver chiuso l’Oftalmico, aver annunciato un piano da 1,5 miliardi senza che questi vi siano, aver tagliato i posti letto ed aver chiuso il Regina Margherita”.

Per la consigliera Stefania Batzella, da poco approdata al gruppo Moderati, “visto che la struttura del Regina Margherita non sarà demolita, non sarà venduta e non sarà trasformata in appartamenti, ho proposto al presidente della Regione e all’assessore Saitta di lasciare all’interno di questa struttura i posti letto che non saranno inseriti nel Parco della Salute. In questo modo si eviterebbe una loro redistribuzione ‘a pezzi’ per tutta la città. Credo fermamente che sia giusto e doveroso valorizzare le competenze professionali, migliorare la qualità dell’assistenza e salvaguardare le eccellenze, ma non è giusto ridurre i posti letto, che devono essere garantiti”.

“Le polemiche dei giorni scorsi richiedevano una risposta accurata – ha spiegato Alfredo Monaco (Scelta di Rete Civica) – mi piace ricordare le eccellenze dalla nostra regione perché quotidianamente salvano delle vite. Dobbiamo mantenere uno standard qualitativo elevato. Chi conosce la sanità sa che non si può operare se non c’è una condivisione con altri colleghi delle varie specializzazioni. Gli ospedali specialistici sono un’esperienza che non va dimenticata e trascurata, il sistema sanitario pubblico deve essere messo nella condizione di operare bene anche con misure di intensità maggiore. Le nostre liste d’attesa sono lunghe: educhiamo i medici a gestire bene questa situazione. Sull’indirizzo generale, sono incoraggiato dal fatto di avere un traguardo chiaro e mi auguro si abbia la forza di arrivarci”.

Benito Sinatora (Lega), intervenendo per ultimo, ha sostenuto che “ è facile bollare come faziosi coloro che non condividono le scelte effettuate dalla Giunta. I dati provenienti dall’assessorato alla sanità dicono che ci sarà una palese riduzione dei posti letto pediatrici. Non possiamo non sostenere, quindi, la petizione per salvare il Regina Margherita, sottoscritta finora da più di 120 mila persone”

Nella replica finale l’assessore Saitta ha spiegato “che abbiamo l’obiettivo di avere eccellenze diffuse, anche su media e bassa complessità. Con la Dgr 1-600 sul dimensionamento abbiamo applicato una legge dello Stato, non c’era margine di trattativa, ma la Dgr non è il vangelo, la modificheremo sulla base delle decisioni che stiamo prendendo. Spero che la politica abbia la capacità di non lasciarsi condizionare da questioni di tipo realizzative e talvolta legate a interessi particolari. Abbiamo deciso di ricorrere al dialogo competitivo con i privati perchè per una struttura così avanzata è necessario il massimo della capacità di progettazione e realizzazione, sulla base delle indicazioni date dalla stazione appaltante. Nelle prossime settimane si parte con l’avviso di gara, alla fine di marzo inaugureremo l’ospedale di Verduno e riprenderemo i lavori dell’ospedale della valle Belbo. Togliamoci la sudditanza nei confronti di Lombardia ed Emilia, il ministero certifica che siamo eccellenza italiana sui costi standard e sui livelli di assistenza”.

A margine della discussione l’Aula ha bocciato un odg e una mozione presentati da Ravello e Bono.

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(foto: il Torinese)

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