Il favolistico mondo di Giuliana Cusino nelle suggestioni di un viaggio

Avevamo conosciuto Giuliana Cusino in occasione di una collettiva che chi qui scrive aveva organizzato nelle sale di Palazzo Lomellini a Carmagnola. Una mezza dozzina di ceramiche raku, poggiate sui cavalletti, leggerissimi bassorilievi inseriti su tavole di legno, giocosi e precisi, prodotti di una grande vivacità, immagini all’incrocio tra la realtà e il sogno (un’altra sua mostra di pochi or sono s’intitolava “Con gli occhi di Alice”), figure dai grandi occhi ritagliate in ambienti favolistici fatti di uccelli sospesi a intrecciare fili rossi di sapore casoratiano, come in “Inverno”, o di piccoli pesci immersi in un mare dall’azzurro cupo, tra conchiglie-copricapo e barchette che paiono un giocattolo per bambini (“Pesca d’agosto”).

bosco-cusino

Oggi, Cusino espone ad Avigliana presso la galleria “Arte per voi” di piazza Conte Rosso (sino al 4 dicembre) prendendo come fil rouge della mostra il viaggio con i suoi elementi più irreali (“Ad ogni nave che porta un carico di pazza fantasia…”), con le proprie visioni ed i luoghi lontani, con le città costruite nella fantasia, ideali o idealizzate, “invisibili” soltanto a chi non sappia guardare con mare-venezia-cusinoattenzione, “sospese” in uno sconosciuto angolo di mondo, dove Venezia quasi si orientalizza ma forse anche, accompagnata dalla tranquillità di una sirena fluttuante, strizza l’occhio ai grattaceli del continente americano. E “Viaggiando” s’intitola la mostra, dentro cui Cusino ospita alcuni amici sempre, quelli con cui ti sei trovato a percorrere strade comuni, Silvana Alasia, Nadia Brunori e Massimo Voghera del quale ricorderemo almeno “La nave dei folli”, una argilla bianca tra legno e smalti felicemente suggestiva.

“In piena armonia con le presenti sue suggestioni ceramiche – suggerisce Carlo Burdet nella sua presentazione – Giuliana Cusino indugia sull’argomento viaggio proponendo una scelta di suggestioni visive che hanno del fiabesco, per vivacità cromatiche e proposte formali, ma che sono dense di contenuti profondi”. Ecco che allora l’artista accompagna lo spettatore lungo strade forse mai percorse, insinuandosi al centro di personali ricordi, dove al di sopra di fantastiche cupole un cavallo, a metà strada tra la giostra e il circo, può riportare alle suggestioni dell’infanzia (“A Samarcanda”) oppure dove tra una sequenza di onde una polena coloratissima guida verso spiagge mai toccate (“Navigando per i sette mari”); immerge chi guarda all’interno di una natura complice se non protettiva – un ambiente “franco e salvo” sottolineabetulle-cusino ancora Burdet -, dove trovano spazio, contro un cielo stellato, quasi un omaggio al mondo incantato di Tabusso, a certi boschi della sua val di Susa, bambine dal cappuccio rosso, circondate da gruppi di corvi del tutto innocui, quasi francescani (“Nel bosco di betulle”); come trovano spazio i profili femminili dentro deserti rossi o verdi, in piena libertà, privi di costruzioni e non costretti entro limiti, quasi a voler oltrepassare i bordi dell’illustrazione e vivere di una vita completamente propria. Incantamenti, colori, forme, impercettibili movimenti, suggerimenti, delicate provocazioni, inviti, sguardi lontani, strade, cieli e spazi immensi, nitidezze, gioiosi accostamenti, tutto questo e altro ancora trovi nelle opere ceramiche di Giuliana Cusino, ogni cosa sempre illustrata e vivificata con sguardo attento, tra fantasia e immaginazione e ironia, soprattutto una spinta a spingerci oltre, con un occhio diverso, con un carico nuovo di “maraviglia”. E partire.

 

Elio Rabbione

 

nelle immagini, dall’alto:

 

“Nel bosco di betulle”, ceramica raku su tavola, 2016

“Il mare a Venezia”, ceramica raku su tavola, 2016

“Navigando per i sette mari”, ceramica raku su tela, 2016

 

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