Il Duomo, cuore pulsante della cristianità torinese

Intorno al Duomo di Torino vibra il cuore pulsante della religiosità torinese; al suo interno si trova, infatti, custodita una delle reliquie più preziose della Cristianità, la Sacra Sindone. È inoltre l’esempio più significativo dell’arte rinascimentale nel capoluogo sabaudo. Meriterebbe, certo, un’attenzione maggiore da parte della Città di Torino nella sua segnalazione nei confronti dei turisti, che spesso incontrano difficoltà nel riuscire a dirigersi verso la sua sede, piazza San Giovanni. Il Duomo si presenta in stile rinascimentale già a partire dalla sua facciata esterna, realizzata in marmo bianco e recante tre portali, di cui quello centrale sormontato da un timpano di pregio. Sulla sua sinistra si eleva la Torre campanaria, realizzata intorno al 1470. In realtà l’attuale edificio rinascimentale sorge sul sito in cui in epoca paleocristiana, verso la fine del IV secolo d.C., erano state edificate tre chiese, sotto l’episcopato di San Massimo. Erano state in origine concepite come tre basiliche contigue e comunicanti, dedicate a San Giovanni Battista, a Maria Vergine ed a Gesù Cristo Salvatore. Per volontà dell’allora vescovo di Torino, il cardinale Domenico della Rovere, all’epoca residente a Roma presso il Papato, si decise nel 1490 la demolizione delle tre chiese preesistenti e l’edificazione di una nuova cattedrale su progetto dell’architetto toscano Amedeo da Settignano, già attivo nei cantieri pontifici. La cattedrale divenne, così, il primo modello rinascimentale in Piemonte, ad imitazione delle fabbriche romane del tempo.
La sua prima pietra fu posta nel 1491 dall’allora reggente Bianca di Monferrato e fu consacrata il 21 settembre 1505. A rendere il Duomo di Torino un unicum è sicuramente la presenza, al suo interno, della cappella della Sacra Sindone, tornata di recente al suo antico splendore, dopo i gravi danneggiamenti dovuti ad un tremendo incendio, scoppiato tra l’ 11 ed il 12 aprile 1997.
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Il lenzuolo della Sacra Sindone si salvò miracolosamente in quanto era momentaneamente custodito all’esterno della Cappella, nel coro della Cattedrale. La cappella, realizzata dall’abate Guarino Guarini nel Seicento, non poteva essere luogo più adatto, proprio nel cuore del Duomo di Torino, per accogliere il Sacro lino che conserva la doppia immagine del corpo dell’uomo crocifisso che, per la Chiesa Cattolica, è Cristo. Nella cappella della Sindone si entrava, un tempo, calpestando stelle bronzee che contrassegnano il pavimento tra pareti scandite da statue e pilastri corinzi. Questo ingresso è momentaneamente impercorribile. Alla Cappella, dal momento della sua riapertura, si accede soltanto passando da Palazzo Reale, ma ci si augura che presto si possa ripercorrere questo cammino. Oggi i visitatori, infatti, per accedere alla Cappella della Sindone, percorrono la stessa galleria utilizzata un tempo dai sovrani sabaudi, essendo la Cappella della Sindone posta alla stessa altezza degli appartamenti del re. Guarini ed i suoi committenti probabilmente vollero usare la metamatica e la scienza per raccontare l’inspiegabile, attraverso figure geometriche perfette, il cerchio, i triangoli, con alla base misure tracciate sul numero 3 e sui suoi multipli. L’interno del Duomo merita sicuramente una visita accurata in quanto il suo impianto basilicale, a croce latina ed a tre navate, reca elementi gotici che vengono a completare l’impianto della facciata risultante, invece, rinascimentale, ma in marmo bianco (il che risulta un’anomalia rispetto agli edifici coevi realizzati in mattoni). Merita soffermarsi lungo le cappelle laterali che ospitano altari devozionali; in corrispondenza del secondo altare della navata destra si può ammirare il polittico della Compagnia dei Calzolai di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari.
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Nella terza cappella laterale, dedicata a Sant’Antonio Abate ed a San Massimo, primo vescovo di Torino, sono conservate le spoglie del beato Pier Giorgio Frassati, esempio straordinario di virtù cristiane. Nel braccio sinistro del transetto i visitatori possono ammirare la Tribuna Reale, uno spazio rialzato riservato alla famiglia reale durante le funzioni religiose, fatta erigere nel 1583 dal sovrano Carlo Emanuele I ed ampliata nel 1777 da Ignazio Perucca, su disegno dell’architetto Francesco Martinez, nipote di Filippo Juvarra. Di interesse anche la cripta, che era in realtà una chiesa sottorreanea che funzionò   provvisoriamente al posto delle originarie tre chiese abbattute. Il campanile del Duomo, dedicato a Sant’Andrea, era in origine una torre campanaria che assunse poi il ruolo di campanile dopo l’interramento delle tre preesistenti chiese paleocristiane. Ora vi si può accedere tramite una galleria, a sua volta accessibile dal Museo diocesano. Un’altra bellezza racchiusa nel Duomo è rappresentata dal suo organo a trasmissione meccanica, la cui costruzione risale al 1874 ad opera di Giacomo Vegezzi-Bossi e successivamente ampliato, ai primi del Novecento, da Carlo Vegezzi -Bossi. Lo strumento ha due tastiere, 56 registri per un totale di 3498 canne, 4 manici e 5 somieri. Presso il Duomo di Torino ha sede l’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, associazione che persegue quale obiettivo principale la diffusione della cultura nelle sue svariate espressioni, musicale, artistica e scientifica, sotto tutte le forme e con un’attenzione particolare alla valenza turistica. Presidente dell’Accademia è il Parroco del Duomo, don Carlo Franco. Direttore ospite principale dei Virtuosi della Cattedrale di San Giovanni è il Maestro Antonmario Semolini.
 

Mara Martellotta

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