Il basket è patrimonio di Torino

Molto stretta la via della cessione della Fiat basket Torino. Vero che anche la matematica è opinabile, ma non i numeri. Soprattutto i numeri che sono la premessa per un bilancio veritiero
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La novità sarebbe che si può fare l’operazione se la società viene ricapitalizzata almeno per un milione di euro.  Fonti ufficiali. Usiamo il termine sarebbe, visto che non ci sembra un fulmine a ciel sereno.  Oltre ai problemi in campo ci sono problemi societari. La ricapitalizzazione avviene quando le perdite superano il capitale netto della società. Si è speso di più di quanto incassato. Poi in una società sportiva il patrimonio netto e di fatto solo nel parco atleti. Con le nuove norme sulla proprietà dei cartellini la contabilizzazione del valore a patrimonio rischia di essere un po’ aleatoria, a meno che la società sia direttamente proprietaria di impianti genericamente sportivi. Altra soluzione, che ci sia un mecenate o più finanziatori che nel corso dell’anno immettono denaro fresco in società. E non mi sembra questo il caso. Si ripropone la domanda se la serie A di Basket avrà un futuro, stando così le cose. I continui rinvii non fanno bene alla chiusura delle trattative stesse. Molti in questi mesi hanno fatto gli struzzi per non vedere cosa realmente accadeva. Personalmente sono convinto che la società per essere continuamente competitiva abbia accumulato molti e fin troppi debiti che stanno incidendo sulla possibilità da parte di Forni di passare la mano o di decidere di chiudete tutto. Vorremmo sbagliarci ma l’esistenza di una cordata torinese è molto improbabile. Insomma ci si prepari al peggio.  Successivamente gli appassionati, i tifosi e l’ intera città cercheranno di fare ciò che si deve fate. Una decina di anni fa degli esperti del settore mi spiegavano la quasi inutilità del settore giovanile. Era più economico arruolare giovani stranieri e poi “vendere” il cartellino a società nazionali. Quando inaspettatamente Sassari vinse lo scudetto contro Reggio Emilia il guru del Basket Romeo Sacchetti disse: “Reggio ha perso la sua occasione d’oro e comincerà la sua fase discendente”. Così è stato. Tutto ciò per dire che se Torino vorrà ritornare in auge fino in fondo dovrà partire dal territorio: una rondine non fa primavera e molti si sono illusi che con la vittoria della coppa Italia Torino avesse definitivamente superato le sue decennali crisi. Non c’erano fondamenta per reggere gli inevitabili contraccolpi che anche le vittorie portano. Infine fatemi fare un po’ il retrò.  Lo sport è competizione e formazione. Qui l’informatica può fare da importante supporto ma non la fa da padrona.  Continua a essere il singolo individuo la figura centrale. Individuo che ha una ragione d’essere, soprattutto in un gioco di squadra come il Basket, in un insieme dove tutti giocano la loro parte. Tutti secondo le proprie capacità e possibilità. Anche per questo meglio chi punta sull’insieme del collettivo e non si affida troppo ai procuratori che per antonomasia hanno solo interesse nel piazzare il proprio.  Fiat Auxilium  è stata osannata ed oggi abbastanza vituperata. Ha rappresentato nel bene e nel male Torino. Ora la città  non può girarsi dall’altra parte e tentare di fare altro.  Ci sono due  possibilità. La continuazione o il dopo con un altro progetto.  In tutti e due casi  Torino ci dovrà essere.
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Patrizio Tosetto
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