Gtt in panne come il bus. Ma Pantalone non c’è più

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Complimenti a chi ha fotografato, la foto dei passeggeri che spingono il bus in panne ha fatto il giro del web. Immediatamente diventata sintesi di ciò che è GTT. Sintesi tra inefficienza ed incapacità E,  come per tutte le sconfitte, non ci sono responsabili. Invece come per tutte le sconfitte ci sono molti e diversi responsabili che non pagheranno.  Eppure sembrava che tutto si fosse messo sulla strada giusta.  Il governo ha stanziato i fondi necessari – o perlomeno i fondi di sua competenza –  anche perché il piano industriale è stato presentato dall’amministratore delegato e presidente che si è avvalso di una società esterna. Ma è proprio qui che le cose si complicano.  Sia la Regione Piemonte che le banche non sono convinte e hanno chiesto maggiori specifiche per un piano industriale atteso da alcuni anni. Tutte le cose rinviate nel tempo nella loro  soluzione, si complicano e non si risolvono.  Eppure la Chiara Appendino ha rinnovato la sua fiducia all’ amministratore Walter Ceresa che non si è voluto dimettere, proprio lo stesso che da alcuni anni amministra la società che ha tergiversato.  Viene spontanea una domanda: perché in presenza di in piano straordinario non si sono attuate delle scelte da parte della politica, di carattere straordinario? Eppure, eppure, la nostra sindaca conosce bene la materia amministrativa. Laureata alla Bocconi, al Comune in commissione bilancio, e poi arriva dal mondo dell’ Unione industriale. E forse già questo è un problema. Ha un rapporto di stima verso Ceresa su cui “pende ” un avviso di garanzia per falso in bilancio come ai  sindaci e agli alti funzionari.  Sono colpevoli? Non tocca a noi  garantisti dirlo ora, ma ci limitiamo nel sottolineare che la credibilità di un piano industriale sta anche in chi lo presenta.  Fassino ci aveva tentato nel vendere quote ai privati che di fronte a conti non molto chiari hanno mandato deserta la gara. Strano è il destino di queste aziende pubbliche.  Ben lungi da me osannare i privati, cioè i “padroni”, ma quando i conti non tornano generalmente loro ricapitalizzano cambiando i vertici aziendali. Insomma non può essere chi ha gestito il passato, valido anche  per il futuro. Viene voglia di sostenere: tanto paga Pantalone. Ma mi sa che Pantalone non c è più. Rimangono i lavoratori con il loro diritto al lavoro. Rimangono gli utenti di fronte ad un insufficiente servizio. Utenti che sono anche contribuenti e pagano due volte. Questa foto evidenzia l’utente-cittadino che spinge il pullman in avaria sulle rotaie, dove impediva il transito dei tram e degli altri utenti-cittadini. Dopo il danno la beffa. Non pagano i
vertici ma pagano i lavoratori.
Patrizio Tosetto
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