Grimaldi (Sel): "No all’ampliamento del nucleare di Saluggia"

GRIMALDI

“Sotto la dicitura “nuove volumetrie” non vi è altro che il progetto di costruzione di altri depositi di cui non si era mai parlato. Il fatto più grave dell’istanza di disattivazione è la richiesta di raddoppiamento del Deposito Nucleare D2: da due a quattro campate (circa 40.000 m3)”

 

 Dando seguito alla mozione n. 9 del 2014 sono proseguiti i lavori della commissione Ambiente sulla denuclearizzazione del Piemonte, audendo i vertici di SOGIN, le associazioni ecologiste (Legambiente e Pro Natura) e il comune di Saluggia.Come noto, il 98% delle scorie radioattive italiane si trova a Saluggia, un luogo inidoneo perché situato in un triangolo tra il fiume Dora Baltea e i due canali artificiali Cavour e Farini che portano l’acqua alle risaie del Vercellese. Questa area è inoltre attraversata dalla falda acquifera che alimenta l’acquedotto del Monferrato e dichiarata inedificabile dalla Regione Piemonte.

 

Per questo anche i dirigenti della Sogin, l’azienda incaricata della riconversione, continuano ad affermare che i depositi sono temporanei e che unico scrupolo dei molti lavori fatti negli anni è di “metterli in sicurezza”. Oggi Sogin ha inoltre ribadito che l’iter di individuazione del deposito nazionale è in corso e la mappa dei siti idonei, mandata da Sogin a Ispra, è già in mano ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo e che si attende che il MISE depositi il Programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare.Tuttavia, il 22 gennaio 2015, Sogin ha consegnato al Comune di Saluggia il suo nuovo piano industriale, che soppianta i precedenti e cambia direzione. La stessa documentazione era stata trasmessa alla Regione Piemonte il 19 dicembre 2014. 

 

Sotto la dicitura “nuove volumetrie” non vi è altro che il progetto di costruzione di altri depositi di cui non si era mai parlato. Il fatto più grave dell’istanza di disattivazione è la richiesta di raddoppiamento del Deposito Nucleare D2: da due a quattro campate (circa 40.000 m3).Sogin ha giustificato la richiesta sostenendo che il volume occupato dai contenitori dei rifiuti pregressi e dal decommissioning del sito eccederà la capienza dei depositi esistenti o previsti. Ma soprattutto, ha precisato che la necessità di nuove volumetrie dipenderà dai tempi di realizzazione del Deposito Nazionale, tradendo scarsa fiducia nella sua realizzabilità nei tempi previsti.Il 23 settembre 2014 il Consiglio Regionale si era espresso, ribadendo la richiesta al Governo di individuare rapidamente il sito unico nazionale, senza il quale qualsiasi processo di decommissioning sarebbe stato incompleto.

 

“Per noi l’istanza Sogin è irricevibile” dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi “il rischio reale è che depositi come questi, bunkerizzati e con caratteristiche di funzionalità non inferiori ai 50 anni, finiscano per diventare la tappa ultima delle scorie ‘espatriate’ che faranno ritorno in Italia”. 

“La Regione deve essere al fianco dei tanti cittadini, delle associazioni ambientaliste e dei comuni interessati” – ha concluso Marco Grimaldi – “ nel ribadire a Sogin l’indisponibilità a qualsiasi ipotesi di ampliamento del sito di Saluggia. Il Piemonte non può continuare ad essere la discarica del nucleare italiano”. 

 

Marco Grimaldi

Capogruppo Sel in Consiglio regionale

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