Gioventura Piemonteisa: "Salviamo la cittadella!"

CITTADELLA2bandiera piemonte

Gioventura non risparmia strali all’amminsitrazione comunale: “Il Comune, con l’avallo della Soprintendenza, non esita a cancellare importanti aree archeologiche – preziose per la nostra storia e la nostra identità e, quando rese visitabili, pure interessanti sotto l’aspetto turistico”

 

Cosa succede nel sottosuolo di Torino ? I lavori in corso per la costruzione di un autosilo interrato rischiano di interrompere e di perdere per sempre una parte delle opere di quella che fu una delle cittadelle più importanti d’Europa nel sedicesimo secolo, analogamente a “Quel maledetto Casale” (la cittadella di Casale Monferrato voluta dai Gonzaga e teatro di tre assedi, durante i quali rimase inviolata in occasione delle guerre franco – spagnole del Seicento, evocata anche dal Manzoni ne “I Promessi Sposi). In particolare a rischio sarebbe reticolo di gallerie ce si snoda sotto l’area della Cittadella che collega il Maschio con il forte El Pastiss. In campo si è mobilitata, come ha già fatto recentemente a difesa di altri “tesori” della piemontesità sul territorio subalpino, l’associazione Gioventura Piemonteisa, che da qualche giorno “bombarda” la rete e gli organi di informazione con comunicati che aggiornano in tempo quasi reale lo stato di avanzamento dei lavori. Inoltre è stato lanciata in rete una petizione di questo tenore  A Torino (Turin), in Piemonte per costruire un parcheggio si distruggono le opere sotterranee di quella che fu una delle cittadelle più importanti d’Europa (Sec. XVI). Si chiede che venga modificato il progetto e vincolato il sottosuolo della Cittadella». Gioventura non risparmia poi strali all’amminsitrazione comunale: “Il Comune, con l’avallo della Soprintendenza, non esita a cancellare importanti aree archeologiche – preziose per la nostra storia e la nostra identità e, quando rese visitabili, pure interessanti sotto l’aspetto turistico”. In consiglio comunale, intanto, sono state discusse due interrogazioni urgenti presentate da Fabrizio Ricca e Vittorio Bertola, cui la giunta ha risposto che la Soprintendenza ha già esaminato le opere venute alla luce ed autorizzato il loro abbattimento.Gioventura si chiede, sulla base di queste premesse, se “distruggeranno imperterriti anche la polveriera e le restanti gallerie che saranno rinvenute tra poco ? Metteranno i cittadini di fronte al fatto compiuto ?”. N E conclude con un forte riferimento storico: “L’unica cosa certa è che, come nell’assedio del 1706, la vittoria in questo nuovo assedio che sta subendo Torino, dipende anche da noi Piemontesi, vecchi e nuovi, e dal nostro coraggio”.

 

Massimo Iaretti

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